Giulio Tarro noto virologo da Nobel: “Il vero male è l’informazione ansiogena”
Buone notizie ci vengono date da Giulio Tarro noto virologo da Nobel: "Si può ripartire"
Continuiamo a sentire opinioni contrastanti di noti personaggi della comunità scientifica italiana. C’è chi come Basetti è molto pessimista sul futuro che ci attende dopo il Covid-19. Ci sono però anche personaggi illustri che danno pareri positivi e forse uno spiraglio di speranza. Parliamo di Giulio Tarro, medico e ricercatore premiato in America nel 2018 come miglior virologo dell’anno. Giulio Tarro è stato anche candidato al premio Nobel per la medicina nel 2015.
Fu il primo ad isolare il vibrione del colera quando scoppiò l’epidemia a Napoli. Il virologo è stato intervistato da Affaritaliani.it ed ha spiegato il suo punto di vista sulla diffusione della pandemia, sul suolo italiano e su come l’Italia sta affrontando l’emergenza. In primis il virologo esprime il suo parere sulle fake news e afferma di essere preoccupato per lo stato d’ansia generalizzata in cui versa la popolazione:
“Nessuno pensa che ogni giorno siamo immersi in un ambiente saturo di innumerevoli virus, germi e altri agenti potenzialmente patogeni. E in questi giorni, nessuno ci dice che se non ci ammaliamo è grazie al nostro sistema immunitario, il quale può essere compromesso da una inadeguata alimentazione, da uno sbagliato stile di vita o dallo stress, che può nascere anche dallo stare in spasmodica attenzione di ogni ‘notizia‘ sul Coronavirus regalataci dai social, dal web e dalla TV”.
Il prof. Giulio Tarro ritiene, che il virus, abbia lo stesso tasso di mortalità di altre patologie diffuse in tutto il suolo italiano e che il vero motivo del disagio è stata la concentrazione del focolaio in Lombardia. Ecco le sue parole:
“Ogni anno muoiono in Italia circa diecimila persone, per lo più anziane o affette da qualche patologia, per il virus influenzale. Questo non fa notizia perché questi decessi sono diffusi su tutto il territorio nazionale. Immaginiamo ora che tutte le persone a rischio vengano ricoverate in un paio di posti, magari circondati da giornalisti alla ricerca di qualche scoop. La conseguenza sarebbe ‘epidemia di influenza’ che può causare la morte. Ogni anno sono colpiti da sindrome influenzale circa sei milioni di Italiani. Dobbiamo staccare la spina ad una informazione ansiogena e ipocritamente.Un appello a non farsi prendere dal panico. E questo, soprattutto, per permettere alle strutture sanitarie interventi mirati. Bisogna considerare che oltre il 99% delle persone che vengono contagiati dal Covid 19 guariscono ed i loro anticorpi, neutralizzano il virus e possono pertanto, essere utilizzati per i contagiati più gravi“.
Subito dopo il virologo dà alcuni consigli sulla prevenzione:
“È opportuno un frequente ed approfondito lavaggio delle mani e del viso, coprirsi con il gomito da tosse e starnuti, anche con mascherine, stare a casa se ammalati, richiedendo l’immediato intervento sanitario, se intervengono difficoltà respiratorie. Più che del vaccino abbiamo bisogno di una terapia antivirale efficace”.
Giulio Tarro spiega allora perché il tasso di mortalità in Italia è così alto, rispetto a quello delle altre nazioni:
“In Italia il virus circolava probabilmente già da moltissimo tempo. L’alta mortalità rispetto agli altri paesi è dovuta, non certo ad un virus più cattivo, ma alla sottostima del numero dei contagiati. I numeri che vengono dati dalla Protezione Civile alle 18 tutti i giorni, non sono per nulla significativi, sono surreali”.
Il virologo dà ulteriori spiegazioni:
“Si basano sui risultati di tamponi, eseguiti in maniera scoordinata dalle Regioni e, su soggetti considerati a rischio. C’è quindi una gigantesca sottostima degli infettati, che rapportata con il numero non precisato di ‘decessi’ finisce per dare al Coronavirus in Italia, un tasso di letalità 28 volte superiore a quello che si registra in Germania. A questo si aggiunge lo sfascio del nostro sistema sanitario nazionale”.
Riguardo la riapertura della città di Milano il virologo suggerisce:
“L’utilizzo di mascherine, un’igiene personale accurata e, soprattutto adottando misure restrittive solamente per gli anziani e persone con patologie serie. Le condizioni per riaprire ci sono già, ma a patto che si tutelino i più deboli. Bisogna inevitabilmente cercare di avere un equilibrio, tra salute ed economia, con le dovute accortezze, già oggi si potrebbero allentare le norme restrittive”.
Per quanto riguarda l’ipotesi di una seconda ondata di contagi il luminare sostiene che:
“Il Covid -19 potrebbe sparire completamente come la prima SARS, ricomparire come la MERS, ma in maniera localizzata o cosa più probabile, diventare stagionale, come l’aviaria. Per questo serve una cura più che un vaccino. Sono positivo per il prossimo futuro, il caldo si porterà via il virus. Basti pensare alle latitudini africane, qui il virus non prende piede. Ci sono solo piccole endemie qua e là“.