Giuseppe Conte a Bergamo: “mancata zona rossa in Lombardia?”

Giuseppe Conte, per la prima volta dall’inizio dell’emergenza si è recato in Lombardia per monitorare la situazione e rilasciare alcune dichiarazioni. Tra le giornate di ieri ed oggi il Premier ha presidiato diverse conferenze stampa, ed oggi è stato a Bergamo dove ha risposto ad alcune domande

La prima giornalista, ha spiegato come a Bergamo ancora molte persone circolano per motivi di lavoro e spiega: “A Bergamo 300.000 persone stanno andando a lavoro..” ma il Premier la interrompe

Giuseppe Conte Bergamo giornalista

“Guardi questo discorso è molto  relativo: perché lei come vede anche se guarda la curva epidemiologica oggi può avere in Puglia un tot numero, i contagiati possono essere molto di più il giorno dopo. L’abbiamo scoperto anche con il paziente zero, una stazione che sembrava ben circoscritta e che da un momento all’altro ha fatto scoppiare un focolaio..” 

“Un focolaio che non avete contenuto..” ribadisce ancora la giornalista e Conte spiega di nuovo

“Non funziona così guardi, il sistema produttivo e l’allentamento non può dipendere dal numero dei contagiati in un giorno ci sono dei dati che vanno lavorati su una curva anche lunga ed esaminati nel corso del tempo.” 

Bergamo giornalista Giuseppe Conte

Sulla zona rossa io ho giù fatto una dichiarazione per quanto riguarda i due comuni e ho spiegato anche perché. Nel momento stesso in cui ci è stata proposta la zona rossa, è stata considerata. Da quel punto lì abbiamo preso un approfondimento al comitato tecnico scientifico e la sera del 5 marzo è arrivata la relazione, il giorno 6 mi sono precipitato in protezione civile a discutere con loro, e la sera del 7 ho firmato il DPCM che ha reso di fatto tutta la zona rossa.

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Il 14 agosto 2018 si è aperta una ferita indelebile per tutti noi. Non dimentichiamo 43 vite spezzate, il dolore delle loro famiglie: i giudizi sulle responsabilità di quanto accaduto non si sono ancora completati e devono completarsi, tragedie di questo tipo non devono ripetersi. Genova non si è arresa, l'Italia si è rimboccata subito le maniche senza esitazioni. Pezzo dopo pezzo, con uno sforzo comune, si completa la struttura di un nuovo ponte. Tutti hanno agito con estrema rapidità: le Istituzioni, i progettisti, i tecnici, gli operai. Le macerie hanno fatto il giro del mondo, ora lo faranno queste immagini. Testimoniano la creatività, la maestria e l’abnegazione degli italiani, che sanno trasformare le lacrime in gocce di sudore, il dolore in riscatto. Non è solo un cantiere di Genova, questo è il cantiere dell'Italia che sa rialzarsi sempre, in cui ognuno fa la sua parte con senso del dovere e responsabilità. Oggi, nei giorni della più grande emergenza dal Dopoguerra, suturiamo questa ferita. Qui, dalla città della lanterna, si irradia una nuova luce per l’Italia: se ripartiamo insieme con coraggio e determinazione, senza fermarci ad additare nemici, otterremo grandi risultati. Insieme ce l'abbiamo fatta, insieme ce la faremo 🇮🇹

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La giornalista incalza di nuovo il presidente che non sembra affatto reagire bene: “No presidente, è stata zona arancione non zona rossa. 

“Ascolti zona rossa nella misura in cui il giorno 7 con la firma del decreto non c’è stata più la possibilità  di spostarsi addirittura all’interno dl comune. Se lei un domani avrà la responsabilità dei ruoli di governo scriverà lei i decreti e assumerà tutte le decisioni.”

La Lombardia è una situazione molta critica, con una grande sofferenza. Ma c’è stata in tutto il paese. Siamo tutti Lombardi, non c’è da fare distinzione ora”