“Gli avevo detto di fare così” l’avvocato Tizzoni, della famiglia Poggi, rompe il silenzio e risponde al super testimone
L'avvocato di Chiara Poggi commenta le dichiarazioni di un presunto supertestimone, sostenendo che non ci siano prove concrete e invitando a contattare le autorità competenti per ulteriori verifiche.
Il caso di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007 a Garlasco, continua a far discutere, specialmente in seguito alle recenti dichiarazioni di un presunto supertestimone. La sua testimonianza è stata esaminata nel programma “Le Iene”, suscitando un rinnovato interesse mediatico su un delitto che ha segnato profondamente la comunità locale. Le dinamiche di tale caso, le nuove evidenze e le reazioni da parte dei protagonisti, inclusi avvocati e familiari, offrono spunti di riflessione su come le indagini possano evolvere anche dopo diversi anni.
La testimonianza del supertestimone

Il presunto supertestimone, identificato con il nome di “Carlo”, ha rivelato di aver cercato di condividere informazioni con l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi. Carlo ha affermato che, dopo il delitto, ha contattato Tizzoni per discutere di alcune notizie che riguardavano la famiglia Cappa, ma il legale avrebbe rifiutato di approfondire il tema, in quanto l’inchiesta su Stasi era già in corso. Secondo Carlo, il legale non avrebbe voluto mescolare le due indagini e avrebbe quindi ignorato le sue informazioni. Questo ha alimentato ulteriormente la speculazione su come le testimonianze possano influenzare o meno le indagini in corso.
Le affermazioni del testimone non si fermano qui. Carlo ha detto che, dopo una settimana dall’omicidio, Tizzoni lo avrebbe ricontattato, chiedendo il suo aiuto, ma successivamente non avrebbe dato seguito alla questione. Il testimone ha insinuato che l’amicizia di Tizzoni con la famiglia Cappa potrebbe aver pesato sulla decisione di non proseguire con le sue informazioni. Questa affermazione solleva interrogativi sull’imparzialità degli avvocati e sulla loro responsabilità nel gestire le testimonianze. Carlo ha anche menzionato di aver ricevuto consigli da persone influenti di mantenere il silenzio, un fatto che complica ulteriormente la questione.
Reazioni e sviluppi dell’indagine
Le dichiarazioni di Carlo hanno suscitato un forte dibattito tra gli esperti e i commentatori del caso. L’avvocato Tizzoni ha risposto alle affermazioni di Carlo, evidenziando che, se ci fosse stato qualcosa di rilevante, le forze dell’ordine, in particolare i Carabinieri, avrebbero sicuramente seguito ogni pista. Tizzoni ha ribadito che l’indagine deve basarsi su fatti concreti e che testimonianze non verificate possono solo confondere le acque. In questo contesto, l’importanza della collaborazione tra testimoni e autorità diventa cruciale per risolvere casi complessi come quello di Chiara Poggi.
Il caso di Garlasco è emblematico di come la giustizia possa essere influenzata da vari elementi, tra cui la pressione mediatica e le testimonianze di privati. Mentre le indagini continuano, le dinamiche tra testimoni e avvocati rimangono al centro del dibattito, con la speranza che nuove evidenze possano emergere e contribuire a chiarire un caso che ha lasciato molte domande senza risposta. La comunità e i familiari di Chiara Poggi attendono ancora giustizia e verità, in un contesto dove ogni dettaglio può fare la differenza.