I bulli della scuola riducono il teenager in condizioni critiche, ma la scuola minimizza
Fratture alla testa e cervello che si è spostato nel cranio: così i bulli della scuola hanno ridotto un ragazzo nel Nevada.
A Elko, nel Nevada, un ragazzino di 16 anni ha subito gravi lesioni alla testa per colpa di un bullo, lo scorso gennaio. Neo Hobbs è stato picchiato per mesi ed era terrorizzato dall’idea di andare a scuola. Chi ha compiuto questo atto di violenza per il momento l’ha scampata, visto che non si conoscono ancora gli autori del terribile gesto. Mentre la scuola sembra fare tutto il possibile per minimizzare l’incidente.
La famiglia di Neo Hobbs è devastata e insiste che le sue condizioni siano state causate da un bullo. Per giorni hanno temuto per la sua vita, mentre la Elko High School parla di un semplice e banale incidente. Non sottolineando, invece, che si è trattata di un’aggressione da parte di un altro studente.
I medici, invece, insistono sul fatto che sia stato colpito da qualcosa. Le sue ferite non sono il risultato di una caduta o di un combattimento a pugni. Il cranio è stato gravemente fratturato, il cervello contuso e sanguinante. Il cervello, per la forza del suo impatto, si è spostato nel cranio. Chi può compiere un gesto simile? “Li mandi a scuola e non dovresti preoccuparti per i tuoi figli, specialmente per qualcosa del genere“, ha detto la madre con il cuore spezzato.
Per capire quello che è realmente accaduto, bisognerà aspettare che Neo riacquisti le sue funzioni cerebrali e racconti la verità. Al momento è paralizzato e in coma. I medici lo stanno curando e si sta lentamente riprendendo al Primary Children’s Hospital di Salt Lake City, nello Utah.
Sandra Davidson, la mamma del ragazzo, ha raccontato che spesso il figlio si era lamentato del bullismo che doveva subire a scuola. “Io gli dicevo di ignorarlo. E lui mi rispondeva che faceva il meglio che poteva”.
Cos’è successo
Ha anche raccontato di quanto il figlio fosse terrorizzato di questo studente violento. Ha persino iniziato a implorarla di andare dalle autorità scolastiche. Non voleva più andare a scuola.
Poi quel giorno in cui la madre ha ricevuto la telefonata della scuola che lo informava che Neo era gravemente ferito e lo stavano trasportando in ospedale. La scoperta dell’emorragia, la corsa a Salt Lake City, l’intervento al cervello.
Dopo 12 giorni in terapia intensiva, è stato trasferito all’unità di traumatologia. Ed è rimasto in coma a lungo. Le condizioni sono critiche, ma la famiglia è piena di speranza. E spera che la scuola la smetta di minimizzare, ma agisca con forza contro il bullismo. E contro chi ha fatto questo a Neo.