“I dati confermano tutto” Chi ha fatto colazione con Chiara Poggi quella mattina, non ci sono dubbi

Nuove analisi sull'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco riaccendono speranze di verità, mentre il caso si complica con tensioni tra le parti e critiche sui metodi investigativi.

Il delitto di Garlasco continua a suscitare interrogativi e speranze di verità, a quasi diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi. Recentemente, si è svolta una fase delicata dell’incidente probatorio presso la Questura, dove esperti, avvocati e consulenti hanno esaminato nuovamente i plichi contenenti i materiali raccolti durante l’autopsia del 2007. Tamponi e reperti biologici, sigillati per anni, sono stati finalmente aperti, sollevando la possibilità di nuove scoperte che potrebbero influenzare la ricostruzione del caso. Solo al termine della giornata si avrà chiarezza sulla natura del contenuto analizzato e sulla sua rilevanza per la verità giudiziaria.

Tra i partecipanti c’era anche Angela Taccia, legale di Andrea Sempio, l’amico di Chiara Poggi che è stato ufficialmente indagato per il suo omicidio. Taccia ha espresso la tensione del suo assistito, sottolineando che “lui è tranquillo compatibilmente con la situazione” e spera che non vengano commessi ulteriori errori. Queste parole richiamano l’attenzione sui numerosi passaggi controversi delle indagini iniziali, che potrebbero nuovamente emergere. La penalista ha evidenziato la presenza di lacune nelle precedenti indagini, sottolineando come ogni inchiesta giudiziaria possa avere un impatto significativo sulla vita delle persone coinvolte, lasciando cicatrici che perdurano nel tempo.

La questione dell’impronta 33 continua a essere al centro del dibattito, riaccendendo i riflettori su Andrea Sempio. Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma e attuale consulente della difesa, ha espresso critiche verso il lavoro dei consulenti, sostenendo che si siano affidati eccessivamente a un software che ha fornito risposte errate. Garofano ha dichiarato che le “15 minuzie” associate all’impronta non sono facilmente riscontrabili e che è probabile che non appartengano a Sempio. Secondo lui, l’errore sarebbe da attribuire a una cattiva orientazione dell’impronta rispetto a quella latente, e alcune componenti sarebbero state alterate dalla struttura muraria, suggerendo che il software utilizzato potesse essere migliorato.

La giornata si conclude in un clima di incertezza e attesa, rappresentando un ulteriore capitolo di un processo che sembra non avere fine. Le nuove perizie e le rivelazioni continuano a emergere, mentre i dubbi sull’omicidio di Chiara Poggi rimangono irrisolti. A quasi vent’anni di distanza dalla scoperta del suo corpo nella villetta di via Pascoli, permane una domanda cruciale tra le mura della Questura: sarà possibile finalmente raggiungere una verità che non lasci margini di ambiguità?