Il papà di Ciccio e Tore Pappalardi, dopo tredici anni, ha lanciato un disperato appello

Dopo 13 anni dalla morte di Ciccio e Tore, il loro papà è ancora disperato. La loro storia ci ha messo i brividi per anni e lui è stato dipinto come un mostro, ingiustamente: "adesso devono parlare, io vivo solo per..."

Dimenticare la loro storia è impossibile, sono passati ben 13 anni da quel giorno di giugno del 2006, quando due bambini di Gravina, Ciccio e Tore Pappalardi, 11 e 9 anni, sono scomparsi. I due bambini erano usciti a giocare con altri amichetti, volevano “girare un film” con le telecamere del papà di uno di loro.

Da quel momento però di Ciccio e Tore, si sono perse le tracce. Il primo ad essere sospettato è stato Filippo, il papà dei bambini. L’uomo è stato accusato di volersi disfare dei suoi figli, di averli uccisi e nascosti. E’ stato arrestato e mentre si trovava in carcere, dopo 2 anni, nel 2008, un bambino di 12 anni è stato soccorso in un grande casolare di mattoni, che tutti chiamano la casa delle cento stanze ed è stato allora, che in questo oscuro luogo, sono stati trovati i corpi senza vita dei due bambini, dentro una cisterna abbandonata.

Filippo ha raccontato che che stava ascoltando la notizia alla televisione e quando ha sentito la descrizione dei due bambini e come erano vestiti, il suo cuore si è frantumato. Aveva capito che si trattava dei suoi figli. Li avevano trovati morti e lui non poteva correre a piangere sui loro corpi, perché tutti credevano che li avesse uccisi.

Con il tempo, gli inquirenti hanno scoperto che invece Filippo era innocente e la morte dei suoi figli continua ancora oggi ad essere un mistero.

La mamma dei due bambini, in un’intervista ha dichiarato di essere convinta che i suoi figli siano caduti nella cisterna, mentre affrontavano una prova di coraggio, a cui altri cinque bambini li avevano sottoposti. Oggi Filippo è il suo ex marito e la donna si è anche ritrovata a dover combattere una battaglia con lui per i corpi di Ciccio e Tore. Guardate:

Filippo per le ingiuste accuse, ha ricevuto un risarcimento di circa 65.000 euro ed ha raccontato che la maggior parte lo ha speso per i funerali e per una tomba che è meravigliosa. Adesso questo papà ha un solo appello da rivolgere a quei bambini che quel giorno si trovavano con Ciccio e Tore:

“L’autopsia ha rivelato che hanno sofferto per ore prima di morire. Mi fa stare male anche il solo pensiero. Adesso io credo che sia arrivato il momento di dire la verità. Nessuno può ridarmi indietro i miei figli ma io voglio sapere com’è andata. Ne ho bisogno per vivere in pace. Capisco che si può sbagliare, che si può avere paura di finire nei guai e si preferisce stare zitti, soprattutto se si è dei bambini, dei ragazzini spaventati.

Ma adesso quei bambini sono cresciuti e sono degli adulti. Sono abbastanza grandi da capire che io, come padre, non posso rassegnarmi. Nonostante ciò che mi è stato fatto, ho ancora fiducia nelle istituzioni e nella giustizia e chiedo il loro aiuto. Riaprono indagini di casi vecchi 30 anni fa perché sul mio no?”

Parole dolorose per un padre. Filippo è stato definito disumano, una persona che non era degna di essere un padre. E’ stato dipinto come un mostro, come un assassino e non ha avuto nemmeno la possibilità di dire addio ai suoi figli. Ora si rivolge a quelli che erano i loro amichetti e adesso sono degli adulti. Si trovavano tutti insieme, quindi chiede loro di parlare, se hanno visto qualcosa. Filippo vive per scoprire la verità.