Il racconto di Nicolas Rando, l’uomo che ha trovato il piccolo Julen
E' stato un soccorritore della Guardia Civile spagnola, di nome Nicolas Rando, il primo che è riuscito a raggiungere Julen.
E’ trascorso già qualche giorno, alla triste notizia della morte del piccolo Julen, il bambino di due anni caduto nel pozzo a Totalán, Malaga (Spagna). Abbiamo letto decine di notizie, sui giornali spagnoli, poi riportate sui nostri Italiani. Abbiamo letto dei racconti del papà di Julen e del suo straziante dolore, che ha provato nel ritrovarsi lì, a non poter far nulla per salvare la vita del suo bambino.
Anche mamma Vicky, alla fine, dopo tanto silenzio, ha deciso di raccontare il suo dolore e di renderlo pubblico. Nel momento dell’incidente, la donna stava parlando al telefono. Non si era sentita molto bene e aveva deciso di avvisare il suo datore di lavoro, per comunicargli che non sarebbe andata, ma proprio durante la chiamata, Vicky è stata interrotta dalle urla e dall’agitazione di suo marito. Quando si è voltata, ha visto quest’ultimo, che inutilmente, cercava di togliere le pietre intorno al pozzo. Realizzare l’accaduto non è stato facile, un incubo da cui questi due genitori non riuscivano a svegliarsi. Ricordiamo che avevano già perso il fratellino di Julen due anni prima, il bambino aveva soltanto tre anni, quando un arresto cardiaco, gli ha portato via la vita. Dopo di loro, abbiamo ascoltato le testimonianze dei soccorritori, che per giorni, si sono dati il cambio, per scavare ed arrivare dal piccolo Julen, guidati dalla speranza che fosse ancora vivo. Oggi vogliamo riportarvi le parole di Nicolas Rando, l’uomo che ha rinvenuto il corpicino del piccolo Julen e che lo ha dichiarato senza vita.
Quella di Nicolas (soccorritore della Guardia Civile spagnola) è stata un’esperienza che non dimenticherà mai nella vita e le sue strazianti parole, ne sono la prova: “È toccato a me scendere per primo. È stato terribile. Non era vivo: questa è la cosa peggiore. Ma abbiamo dato tutto. Abbiamo spostato tanta terra da poter fermare sette aerei. Laggiù non c’erano turni. Rimanevamo lì fino a quando non ne potevamo più. Sono finito in buchi più stretti e claustrofobici, ma quello… Alzi lo sguardo e pensi: ‘Se succede qualcosa qui …
Mio figlio di quattro anni, ogni giorno, mi chiedeva: papà oggi salverai Julen. E io gli ho promesso che l’avrei fatto. Non ho mantenuto la promessa fatta a mio figlio. Quando ho toccato il corpo di Julen, sono stato il primo a farlo, l’ho trovato io, mi sono accorto che il piccolo era morto e ho dovuto comunicare il suo decesso”.
Julen è morto sul colpo, lo stesso giorno in cui è caduto in quel pozzo.
Lo scorso 27 gennaio, hanno avuto luogo i funerali del piccolo angelo.
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