Il vicino di Marta Di Nardo doveva essere recluso in una residenza psichiatrica giudiziaria: era libero perché non c’era posto
Emersi nuovi dettagli sul passato da pregiudicato del vicino di casa di Marta Di Nardo, la donna che ha ucciso e nascosto in casa
Emersi nuovi dettagli sulle condizioni di Domenico Livrieri, il vicino di Marta di Nardo. La donna è stata trovata senza vita all’intero dell’appartamento dell’uomo, che ha confessato di aver compiuto quell’atroce gesto perché aveva bisogno di rubarle il bancomat.
Domenico Livrieri è un pregiudicato noto alle forze dell’ordine, in passato è stato accusato di rapina, sequestro e violenza. Era in cura in un centro psichiatrico per via dei suoi problemi di tossicodipendenza. Nelle ultime ore è emerso un altro importante dettaglio sulla vicenda. Il giudice aveva disposto per l’uomo la reclusione in una Rems nel 2012. Tuttavia, il pregiudicato si trovava a piede libero per “mancanza di disponibilità“.
Era stato condannato per sequestro e abuso di persona e avrebbe dovuto essere rinchiuso in una residenza psichiatrica giudiziaria, ma non c’era posto.
Il gip ha disposto l’arresto di Livrieri con l’accusa di delitto, vilipendio e occultamento. “Una persona affetta da schizofrenia e con gravi patologie psichiatriche che lo rendono socialmente pericoloso e del tutto incapace di autodeterminarsi”.
Ad incastrare l’uomo sono stati i vicini di casa. Dopo la scomparsa di Marta Di Nardo, l’hanno visto più volte entrare ed uscire dall’appartamento della donna con “tanto di chiavi”. Gli inquirenti hanno perlustrato la sua abitazione e fatto la drammatica scoperta. Il corpo della 60enne era nascosto in una botola, nel soffitto della cucina, fatto a pezzi e avvolto in due coperte.
La confessione del vicino di Marta di Nardo
Livrieri ha attirato la donna in casa, a suo dire con la scusa di ridarle 20 euro. Ha sferrato il colpo fatale e poi è entrato in casa sua, per cercare e ottenere i codici delle sue carte.
Avevo bisogno del suo bancomat, è colpa dei miei familiari che non mi aiutavano.
Ha confessato di aver tenuto nascosto il corpo sotto il letto per giorni e di averlo in seguito tagliato con un coltello da cucina lungo 50 cm, per poi occultarlo nella botola in cucina, sperando di non essere scoperto.