Incidente Casal Palocco, l’indiscrezione: “Nessuno dei 5 ragazzi ha chiamato i soccorsi!”
Incidente di Casal Palocco, spunta una nuova indiscrezione: i ragazzi non hanno mai chiamato i soccorsi dopo il sinistro con la Smart
Emergono sempre nuovi dettagli sull’incidente avvenuto nel quartiere Casal Palocco, di Roma. I cinque ragazzi a bordo della Lamborghini, una volta scesi dalla loro auto non hanno mai chiamato i soccorsi e questa possibilità è ora al vaglio delle forze dell’ordine.
Sono davvero tante le domande a cui gli inquirenti dovranno rispondere su questo scontro così grave, che ha portato alla prematura scomparsa di un bimbo di soli 5 anni, chiamato Manuel Proietti.
Da ciò che riporta il quotidiano Il Corriere della Sera, il gruppo di cinque ragazzi che era a bordo della Lamborghini, una volta scesi dal veicolo, non hanno mai chiamato il 118.
In quei secondi la madre del piccolo urlava mentre era incastrata tra le lamiere del suo veicolo. Chiedeva aiuto e soprattutto sperava che arrivassero i medici per salvare la vita dei suoi 2 bambini.
Manuel era agonizzante e purtroppo, è deceduto pochi minuti dopo il suo trasporto all’ospedale Grassi di Ostia. Le sue condizioni sono apparse da subito molto gravi. Ora questa possibilità è al vaglio delle forze dell’ordine.
Gli inquirenti per capire la causa dietro la sua scomparsa, hanno deciso di disporre l’autopsia sul corpo. Inoltre, hanno dato anche dato il nulla osta per riconsegnare la salma ai familiari. Questi ultimi hanno scelto di dirgli addio in maniera strettamente privata.
Le indagini per l’incidente di Casal Palocco
Il grave sinistro è avvenuto intorno alle 15.45 di mercoledì 14 giugno. La madre era a bordo della Smart e dopo aver ripreso i figli dall’asilo, stava tornado a casa. Il piccolo Manuel aveva appena finito la festa di fine anno.
La dinamica è ancora al vaglio delle forze dell’ordine. Matteo Di Pietro il fondatore del gruppo di Youtuber, chiamato “The Borderline” era alla guida della Lamborghini ed era con altri 4 amici.
Stavano filmando ogni momento di quell’avventura, visto che poi avrebbero dovuto pubblicare il video sui social. Il legale difensore dell’automobilista ha detto che andava ad una velocità di circa 60 km orari. Tuttavia, per gli inquirenti in realtà andava a circa 110 km orari.