“La verità sugli oggetti trovati nel canale” Delitto di Garlasco, l’agghiacciante dettaglio che potrebbe cambiare le cose

Le indagini sul delitto di Garlasco si riaprono con nuovi elementi, tra cui il ritrovamento di oggetti nel canale di Tromello, che sollevano interrogativi sulla loro relazione con il caso

Le indagini sul delitto di Garlasco continuano a suscitare interesse e preoccupazione, a distanza di diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi. Attualmente, il focus degli inquirenti si è spostato su Andrea Sempio, un amico del fratello della vittima. Nonostante la sua insistenza nel dichiararsi estraneo ai fatti, Sempio era già stato oggetto di indagini in passato, senza che emergessero prove sufficienti a incriminarlo.

Recentemente, sono emerse nuove informazioni riguardanti un aspetto cruciale della vicenda, ossia il presunto recupero di oggetti nel canale di Tromello, avvenuto circa un mese e mezzo fa. Gli investigatori avevano perlustrato l’area con la speranza di rinvenire l’arma del delitto, mai trovata dal 2007. Durante i controlli, sono stati prelevati diversi oggetti, tra cui una mazzetta da muratore, una pinza da camino e i resti di due asce da boscaiolo.

Garlasco, cosa si è saputo sugli oggetti trovati nel canale

Contrariamente a quanto inizialmente riportato, gli oggetti recuperati non si trovavano nel canale di Tromello al momento del sopralluogo. Secondo quanto riferito dal sito Leggo, Gianni Bruscagin ha dichiarato di aver appreso da una persona, ora deceduta, che nell’agosto di diciotto anni fa, Stefania Cappa, cugina di Chiara Poggi, sarebbe stata vista nella casa di Tromello con una borsa pesante. Successivamente, sarebbe stato udito un rumore proveniente dall’acqua, come se qualcuno avesse gettato qualcosa nel canale.

Questa testimonianza sarebbe stata comunicata all’avvocato Tizzoni, legale della famiglia Poggi, che non avrebbe ritenuto rilevante il contributo, poiché le indagini erano concentrate su Alberto Stasi. Tuttavia, il 14 maggio scorso, si è svolto un sopralluogo, durante il quale è emerso, grazie al programma Ore 14 di Milo Infante, che gli oggetti erano stati già rinvenuti sette anni prima da un manovale egiziano residente nei pressi.

Quando il muratore egiziano ha saputo delle ricerche condotte dai vigili del fuoco, ha contattato i carabinieri per informare di aver trovato quegli attrezzi sette anni fa. La connessione tra questi oggetti e il delitto di Garlasco rimane incerta, ma questa nuova rivelazione aggiunge un ulteriore strato di complessità al mistero che circonda la riapertura dell’inchiesta. Gli sviluppi futuri potrebbero fornire ulteriori chiarimenti in un caso che continua a tenere col fiato sospeso l’opinione pubblica e gli inquirenti.