L’appello degli avvocati di Alessia Pifferi: “È sola, non si è mai cambiata la maglia dall’arresto”

Gli avvocati di Alessia Pifferi, la madre della bimba morta di stenti, hanno lanciato un appello in diretta tv: "Ha bisogno di persone"

Gli avvocati di Alessia Pifferi hanno lanciato un vero e proprio appello davanti alle telecamere del programma Zona Bianca, trasmesso su Rete 4. La madre della bimba morta di stenti è sola e si domanda perché.

Pena esemplare per Alessia Pifferi

I due legali, Solange Marchignoli e Laura D’Auria, hanno spiegato che la detenuta è sorvegliata 24 ore su 24, in ogni angolo della cella, anche quello più intimo. Indossa la stessa maglietta del giorno dell’arresto e non riesce a cambiarsi. Durante i colloqui in carcere parla di sua madre e del suo compagno, sta iniziando a realizzare quello che è accaduto davvero, quello che ha fatto alla piccola Diana e soffre.

Davanti alle telecamere di Rete 4, gli avvocati hanno spiegato che stanno ricevendo diverse mail di persone che vorrebbero aiutare Alessia Pifferi, mandandole soldi e beni di prima necessità: “È sola, ha bisogno di persone”.

Nessuna premeditazione Alessia Pifferi

Nessun familiare è mai andato a trovarla, nessun contatto da quel tragico giorno. La madre l’ha definita un mostro sui social, per poi ammettere di averlo detto in un momento di rabbia, ma che non vuole comunque più avere nulla a che fare con sua figlia. Quella figlia che ha lasciato morire la sua nipotina di stenti, per trascorrere sei giorni con un uomo.

E il suo compagno, un uomo di 58 anni di Leffe, che si è reso irreperibile dal giorno dell’arresto. Non risponde alle chiamare della Pifferi e non le ha mai scritto nemmeno una parola.

Agli inquirenti, l’uomo ha raccontato delle menzogne che sono venute a galla. In quei sei giorni, era certo che Diana fosse al mare con la zia, perché la stessa Alessia gli aveva detto di averla lasciata con sua sorella. Non aveva idea che fosse sola, a morire di stenti in una casa vuota.

Sara Ben Salha sulla madre della piccola Diana

Ogni volta che andava a Leffe a trovarlo, gli diceva di volerla lasciare con la babysitter così poteva respirare un po’. Ma quella babysitter non esisteva, non era mai esistita.

Si chiede perché è così sola, perché ha solo noi due avvocati. Non ha mai più sentito nessuno, e questo la addolora molto. Mi ha parlato della mamma, del compagno.

La signora indossa sempre la stessa maglietta dal giorno dell’arresto. Non riesce a cambiarsi, è controllata 24 ore su 24, anche quando è nei luoghi più privati della cella e questo la sta distruggendo. Oggi l’ho trovata realmente sofferente. Sta ripensando a quello che è accaduto, ma ha bisogno di persone.