“Le aveva già fatto male. Noi stiamo scoprendo tutto ora”: lo straziante racconto del nonno di Desyrèe Amato
Il racconto del nonno materno di Desyrèe Amato: "Noi queste cose le stiamo scoprendo soltanto adesso"
Non era la prima volta che Christian Sodano mostrava comportamenti violenti nei confronti di Desyrèe Amato. A raccontarlo è il nonno della 22enne, Giovanni Zomparelli. L’uomo ha perso la figlia Nicoletta e l’altra nipote Renèe. Il finanziere è entrato in casa con la pistola d’ordinanza e ha aperto il fuoco verso le due donne, che volevano solo proteggere la 22enne.
Christian era un prepotente. Aveva strattonato mia nipote Desyrèe più volte, le aveva fatto male ad una mano. Noi lo abbiamo saputo soltanto adesso. Lei aveva minimizzato, pensando che lo facesse perché le voleva bene. Nessuno poteva pensare che arrivasse a questo punto. Ma non era così, è un mostro.
Non solo, Christian Sodano aveva anche minacciato Desyrèe per messaggio, dicendole che l’avrebbe fatta soffrire e che avrebbe fatto del male alla sua famiglia. Ma la 22enne non aveva raccontato a nessuno di quelle conversazioni, era convinta di poter gestire la situazione e che mai avrebbe fatto quanto scritto con quelle parole. E invece ora si sente in colpa, continua a pensare che se avesse parlato, forse la madre Nicoletta e la sorella Renèe sarebbero ancora vive.
Noi le stiamo scoprendo solo ora, ho letto quei messaggi. Era un mostro, diceva ‘Non mi ferma nemmeno un esercito’. Solo un mostro può parlare così. È stato un omicidio premeditato. Lei un po’ si vergognava, è molto chiusa. Parla poco. Poi vedeva la mamma che le diceva di non fissarsi, pensava che Christian le diceva certe cose solo per metterle paura e farla tornare indietro.
Desyrèe Amato aveva deciso di interrompere quella relazione, durata solo 5 mesi, perché quel ragazzo era troppo possessivo. Gli aveva ridato l’anello della madre defunta, ma di certo non immaginava tali conseguenze. Lei è riuscita a fuggire per miracolo e a raggiungere un benzinaio, ma la madre e la sorella non hanno avuto scampo. Il papà Pino era andato a lavorare, al momento del duplice delitto non era in casa.