Le mezze verità di Monia Bortolotti ed il ricovero del secondo figlio
Le mezze verità di Monia Bortolotti dopo il decesso dei figli ed il calvario vissuto dal piccolo Mattia, il secondo bambino
In queste ore stanno venendo nuove importanti notizie sul caso di Monia Bortolotti, la giovane mamma di 27 anni accusata di duplice infanticidio. Per la Procura lei stessa ha messo fine alla vita dei suoi due bambini, la prima di soli 4 mesi ed il secondo di appena 2 mesi.
La giovane donna poche settimane dopo la nascita di Mattia, nato circa un anno dopo il decesso della prima figlia, era già stato ricoverato in ospedale, per delle apnee durante la poppata.
I dottori sin da subito lo hanno sottoposto a tutti i controlli ed hanno anche deciso di tenerlo in ospedale, per diverse settimane. Tuttavia, alla fine viste le sue buone condizioni hanno deciso di rimandarlo a casa.
Monia in realtà non doveva rimanere sola con i piccoli, ma non è ancora chiaro se la famiglia era al corrente di questo. Inoltre, venuto fuori anche il giallo di quei post che la donna ha iniziato a publicare sui social.
La 27enne ha iniziato a scrivere dei post su un gruppo di una pagina dedicata proprio alla SIDS, ma solo dopo aver saputo la notizia che la Procura stava iniziando ad avere dei sospetti su di lei.
Le mezze verità di Monia Bortolotti nei mesi delle indagini
In uno di questi post sulla piccola Alice, deceduta a novembre del 2021, il 30 agosto del 2023, aveva scritto: “La colpa è mia, per averla messa a dormire sui suoi cuscinotti tanto morbidi!”
La stessa donna ha detto che in realtà la bambina è deceduta a causa di un rigurgito di latte. Tuttavia, dall’autopsia dopo la riesumazione, a causa del danneggiamento della bara, non ha potuto aiutare nelle indagini.
Mattia, nato un anno dopo il decesso della piccola Alice, purtroppo ha avuto un calvario davvero diverso. Era nato ad agosto del 2022, ma già il 4 settembre era stato ricoverato una prima volta in ospedale, per le apnee. I medici sono riusciti a salvarlo e ad ottobre lo rimandano a casa.
Tuttavia, è solo 8 giorni dopo che l’ambulanza arriva di nuovo nella casa. Questa volta però, per il piccolo non c’era ormai più nulla da fare. Da qui pochi giorni dopo sono partite le indagini, che si sono concluse con l’arresto della madre di famiglia. Lei al momento non ha ancora confessato i delitti.