Le tracce trovate in casa, la ricostruzione prende forma: ecco il punto dove Alessandro Impagnatiello ha ucciso Giulia e cosa ha fatto dopo
Le tracce di sangue più evidenti sono state trovate in salotto: è lì che Alessandro Impagnatiello ha ucciso la compagna Giulia Tramontano?
Dai rilievi effettuati in casa di Alessandro Impagnatiello e Giulia Tramontano sono emerse diverse tracce biologiche. La scientifica, grazie al luminol, ha individuato tracce di sangue, in maggiore quantità, nel salotto.
La prima ricostruzione del delitto è proprio questa. Giulia Tramontano ha perso al vita per mano di Alessandro Impagnatiello, probabilmente, nel salotto di quella che era la loro casa. Il 30enne avrebbe poi spostato il suo corpo nella vasca da bagno, cercando di bruciarlo senza successo.
Tra le ricerche sul web, che secondo il Gip sono state effettuate a ridosso del delitto, emerge proprio “ceramica bruciata vasca da bagno”. La Procura punta sulla premeditazione, al momento esclusa da giudice, ma che potrà essere nuovamente contestata a seguito dei nuovi elementi emersi.
Alessandro Impagnatiello ha effettuato ricerche anche nei giorni precedenti, che per gli inquirenti proverebbero il suo pianto per togliere la vita alla compagna e al bimbo che portava in grembo.
Accuse rafforzate anche dal veleno per topi trovato nello zaino dell’accusato e dalle precedenti ricerche sugli effetti che avrebbe provocato sugli esseri umani, fatte da Alessandro diversi gironi prima del delitto. Tuttavia, Impagnatiello si è giustificato affermando che gli serviva sul posto di lavoro, dove aveva notato roditori.
La Procura continua le indagini e l’intento è quello di contestare la premeditazione e chiedere il rito immediato. Il tempo a disposizione per procedere con le nuove accuse, è di sei mesi dalla misura cautelare decisa dal Gip.
Alessandro Impagnatiello: “Un maniaco della pulizia”
Alessandro Impagnatiello è stato definito un “maniaco della pulizia” e una persona “ossessionata dall’ordine”. L’aspetto è emerso a seguito dei rilievi effettuati nell’appartamento.
Si cercano anche altre impronte, diverse da quelle del 30enne e della 29enne. L’ipotesi degli inquirenti è quella di un possibile complice, che potrebbe aver aiutato l’imputato a ripulire tutto e sbarazzarsi del corpo senza vita della compagna incinta.