Leonardo Riberti sul tetto per 30 minuti prima di precipitare
Alla luce di questi nuovi dettagli, Davide, il papà di Leonardo Riberti, ha fatto un'integrazione alla denuncia iniziale
Non ha assolutamente intenzione di arrendersi Davide, il papà di Leonardo Riberti, il ragazzo di Ferrara di 21 anni che lo scorso 21 giugno ha perso la vita precipitando dal secondo piano dell’ospedale Maggiore di Bologna. A Il Resto Del Carlino, l’uomo ha raccontato che suo figlio è rimasto sul tetto per circa mezz’ora. Un tempo troppo lungo per far pensare ad un gesto volontario.
Ricostruzione dei fatti. I primi di giugno, Leonardo era stato ricoverato al Cona di Ferrara per crisi psicotiche dovute all’abuso di cannabinoidi. Mentre era ricoverato ha ingerito una pedina di un gioco da tavola, che gli è rimasta incastrata in gola.
Per la rimozione, con il consenso del padre del ragazzo, si è deciso di trasferirlo al Maggiore di Bologna, dove un’equipe medica ha effettuato con successo l’intervento di rimozione dell’oggetto estraneo.
Nella notte tra il 20 e il 21 giugno è successo purtroppo l’irreparabile. Leonardo ha cercato una prima volta di fuggire intorno all’una. Recuperato dal personale dell’ospedale, era stato riaccompagnato nella sua stanza del reparto psichiatrico in cui era ricoverato.
Più tardi, intorno alle 3:00, un nuovo tentativo di fuga, sta volta passando dai piani alti.
Per cause ancora da chiarire, il ragazzo è precipitato da una delle finestre della struttura, perdendo la vita sul colpo.
Nuova denuncia nel caso di Leonardo Riberti
Il personale dell’ospedale e con lui la Asl di Bologna hanno fin da subito etichettato il caso come estremo gesto volontario e in un primo momento la Procura ha dato credito a questa ipotesi.
Il papà di Leonardo Riberti però non ha mai creduto a questa possibilità e si è battuto fin dall’inizio affinché possa essere dimostrato che si sia trattato di un incidente.
Oggi che è emerso che Leonardo è rimasto su quel tetto per 30 minuti e non per soli 10, come era stato dichiarato all’inizio, l’uomo ha integrato l’iniziale denuncia. Intervistato da Il Resto del Carlino, ha dichiarato:
Prima ci hanno detto che sarebbe rimasto 10 minuti sul tetto, ora emerge che invece vi restò mezz’ora. Trenta minuti. Sono tanti, una vita. Perché nessuno dei sanitari pensò di chiamarmi, di fargli sentire la mia voce?
La famiglia di Leonardo chiede anche che vengano ascoltati medici e infermieri che erano di turno quella notte. Questi ultimi avevano rifiutato di essere sentiti durante le indagini iniziali.