Libero De Rienzo, il pusher che gli ha ceduto la droga condannato a 8 anni

L'accusa aveva chiesto 13 anni di prigione

Per il decesso improvviso dell’attore italiano Libero De Rienzo, il pusher che gli ha ceduto la dose di stupefacenti che gli è costata la vita ha ricevuto una condanna di 8 anni di detenzione. Contro i 13 anni che l’accusa aveva chiesto per l’uomo gambiano di 33 anni che gli ha dato l’eroina che ne ha causato il decesso il 15 luglio del 2021 per overdose.

Libero De Rienzo

Mustafa Minte Lamin è il pusher gambiano di 33 anni che ha venduto l’eroina all’attore, sceneggiatore e regista italiano nel 2021. Libero De Rienzo è stato trovato senza vita nella sua casa a Roma il 15 luglio, dopo l’allarme lanciato dalla moglie.

Il pusher è stato condannato a 8 anni di carcere per spaccio. Condanna per avergli venduto lo stupefacente che ha tolto la vita all’attore, uno dei più talentuosi dell’attuale panorama nazionale, che ha lasciato un vuoto incolmabile.

Il giudice monocratico di Roma ha deciso la condanna a 8 anni di cella, contro i 13 anni chiesti dall’accusa. Il pm Francesco Minisci, nel corso della requisitoria, ha detto che ci sono inoppugnabili riscontri sul fatto che il gambiano gli ha ceduto la dose tossica e impura.

L’attore era sano, non aveva patologie o altri disturbi, quindi secondo l’accusa il decesso è stato causato proprio dall’eroina assunta in quel giorno. L’uomo è stato però assolto dall’accusa di decesso come conseguenza di altro reato.

Libero De Rienzo pusher

Libero De Rienzo, il pusher condannato per aver ceduto la dose che ha posto fine alla vita del talentuoso attore

L’attore italiano erano molto amato dal pubblico, apprezzato dalla critica e ben voluto dai colleghi. Ha lasciato la moglie, che ha dato l’allarme, non riuscendo a mettersi in contatto con lui, e due figli piccoli.

attore italiano

Del suo ancora giovane talento vogliamo ricordare le scelte di interpretare ruoli di personaggi spezzati dalla vita, ma sempre in cerca di riscatto. E quelli impegnati, come la parte del giornalista ucciso dalla camorra Giancarlo Siani, che lascia un’opera importantissima per mantenere viva la memoria collettiva del Paese.