Liliana Resinovich si è suicidata: i risultati degli ultimi esami
Liliana Resinovich sarebbe morta per asfissia, data dalle biste che lei stessa si è avvolta al capo: i risultati della perizia
Sembra avviarsi verso una chiusura definitiva il caso legato alla morte di Liliana Resinovic. La perizia svolta sul cadavere della donna trovata morta in un bosco nel triestino a inizio gennaio scorso, hanno confermato che il decesso sia avvenuto per asfissia, dovuta alle due buste di plastica che, molto probabilmente, la stessa donna si era infilata in testa.
È stato uno dei casi che ha catturato maggiormente l’opinione pubblica negli ultimi mesi e aveva tutta l’aria di essere un vero e proprio giallo.
Tutto è iniziato il 14 dicembre del 2021, quando Liliana è scomparsa dalla sua casa, dove viveva con il marito, ed ha fatto perdere le sue tracce.
Circa 20 giorni dopo, nei primi giorni dell’anno, gli investigatori avevano trovato il suo corpo, ormai privo di vita, avvolto in dei sacchi neri della spazzatura. Il ritrovamento era avvenuto in un parco distante circa 1 km da casa sua.
Da lì ovviamente è partita un’indagine che era tesa a capire le esatte dinamiche della morte dell’anziana donna. Il fratello Sergio ha sempre sostenuto che fosse un omicidio, ma mai nessuna prova aveva inchiodato qualcuno.
I sospetti, dei familiari e degli inquirenti, si erano rivolti principalmente verso due persone: il marito Sebastiano Visintin e il suo amico Claudio Sterpin.
Liliana Resinovich si è tolta la vita
Decine gli esami effettuati in questi 8 mesi, sia corporali che sugli abiti indossati dalla donna e sulla natura circostante il luogo del ritrovamento.
A maggio scorso, un esame in particolare, che ha preso in considerazione le impronte rinvenute sul posto e i residui trovati sotto le scarpe della donna, avevano confermato che Liliana Resinovich era arrivata nel luogo in cui è morta da sola, camminando. Inoltre, gli esami tossicologici non avevano evidenziato presenza nel sangue di alcuna sostanza illecita.
Oggi, un’altra importante svolta. La perizia svolta dagli esperti nominati dalla Procura, ha confermato diverse cose. Innanzitutto che la morte della donna è avvenuta 2 o 3 giorni prima del ritrovamento del suo cadavere.
In secondo luogo, che la causa della morte è stata asfissia. La donna, che aveva due buste di plastica avvolte intorno al caso, è morta inalando l’anidride carbonica da lei stessa espulsa durante la respirazione.
Né le due buste, né i sacchi neri in cui era avvolto il suo corpo erano stati chiusi. Inoltre, sul corpo e sui vestiti di Liliana non sono stati rinvenuti segni di violenza o segni che lascerebbero pensare ad un tentativo di difesa verso un eventuale aggressore.
Si va dunque verso una sempre più probabile chiusura del caso, che se tutto dovesse essere confermato, sarà etichettato come suicidio.
Resta da capire, però, cosa sia successo alla Resinovich dal giorno della scomparsa a quello della morte.