Limiti riscaldamento, in questi luoghi le riduzioni non valgono
I limiti al riscaldamento promossi dal Governo non varranno in tutte i luoghi pubblici e privati. Ecco dove non ci sarà la riduzione.
Il nostro paese, così come il resto d’Europa è alle prese con la crisi energetica. Complice la guerra in Ucraina e la conseguente chiusura del rifornimento di gas dalla Russia, i paesi europei sono stati costretti ad indirizzarsi verso altri fornitori individuati soprattutto in paesi del Nordafrica o del Nord Europa.
Anche l’Italia, che fino allo scorso anno dipendeva tantissimo dal gas russo, si è visto costretta a chiudere nuovi accordi con altri paesi fornitori, per sopperire alle tonnellate di gas russo che questo inverno non arriveranno nel nostro paese.
I rifornimenti potrebbero però non bastare per tutto il periodo invernale. Così il Governo e soprattutto il ministero della Transizione ecologica con a capo Roberto Cingolani, sono corsi ai ripari adottando già delle prime misure per contenere lo spreco di gas. Il recente decreto approvato ha deciso l’abbassamento della temperatura e la riduzione orario per i riscaldamenti sia in luoghi pubblici che privati.
Nel dettaglio si è deciso che i termosifoni resteranno accesi un’ora in meno ogni giorno che sommati fanno circa quindici giorni di accensione di riscaldamento in meno durante tutto l’anno. E poi si è deciso di abbassare di un grado la temperatura media all’interno delle abitazioni: non più 20° ma 19°.
Due piccole rinunce che porterebbero al nostro paese un grande risparmio in termini di gas utilizzato. Esistono però delle eccezioni, luoghi dove queste nuove misure non valgono e resteranno in vigore i vecchi parametri.
Nel dettaglio gli edifici adibiti a luoghi di cura, come gli ospedali, le case di cura e i luoghi frequentati dai bambini, tra cui scuole, asili, piscine o saune, non applicheranno la riduzione.
Non sarà tenuto a rispettare il nuovo decreto nemmeno chi ottiene energia da fonti rinnovabili o gli edifici che sono utilizzati per attività industriali e artigianali che hanno ottenuto dalle autorità comunali delle deroghe ai limiti di temperatura dell’aria.
Deroghe anche nei giorni più rigidi
Sono previste deroghe, decise dai singoli comuni, anche in occasioni di giornate particolarmente rigide. In questo caso sarà consentito accendere i riscaldamenti anche in orari al di fuori del consueto.
Infine, sono esclusi del tutto da questo tipo di regole tutti gli edifici situati nella zona climatica F, la più fredda in Italia, che comprende i comuni dell’arco alpino e città come Belluno, Trento e Cuneo.