“Lo ha detto ai carabinieri” La rivelazione di Andrea Sempio potrebbe cambiare tutto, si cerca un documento importante: di cosa si tratta
A quasi diciotto anni dall'omicidio di Chiara Poggi, le indagini si riaprono con un focus su Andrea Sempio e il ritrovamento di oggetti potenzialmente decisivi per il caso
A quasi diciotto anni dalla tragica morte di Chiara Poggi, il caso di Garlasco continua a suscitare inquietudini e nuovi sviluppi nelle indagini. La Procura di Pavia ha riaperto il fascicolo, concentrandosi ora su una figura che era rimasta in secondo piano: Andrea Sempio, amico della vittima e già menzionato nei documenti giudiziari nel 2016. I carabinieri hanno avviato ricerche nel territorio di Tromello, in particolare dietro la casa della famiglia Cappa, parente di Chiara.

Durante le operazioni, sono stati rinvenuti diversi oggetti nelle acque del canale che potrebbero rivelarsi decisivi per le indagini: un attizzatoio da camino, la testa di una mazzetta da muratore, parti di un’ascia e un paio di pinze. Gli inquirenti ora devono determinare se su questi reperti siano presenti tracce di DNA o segni compatibili con le ferite inflitte alla vittima. Inoltre, sono emerse nuove informazioni riguardo Andrea Sempio.
Andrea Sempio e il vecchio tema su Chiara Poggi
L’interesse su Andrea Sempio è riemerso a seguito del ritrovamento di una traccia genetica e per alcuni elementi inattesi, tra cui un vecchio file dimenticato e una serie di oggetti rinvenuti nel torrente Tromello. Il documento in questione risalirebbe al 2013, redatto nell’ambito di un laboratorio post-diploma organizzato dalla Fondazione di Pavia. Secondo i legali di Sempio, si trattava di un esercizio giornalistico su un caso di cronaca reale, assegnato a scopo didattico.
Tra i temi proposti agli studenti figurava l’omicidio di Chiara Poggi, che all’epoca era ancora molto presente nei media. Gli allievi, seguiti da docenti, avrebbero dovuto rielaborare le agenzie stampa fornite durante il corso. Nonostante non esista alcuna copia ufficiale dell’elaborato negli archivi della Fondazione, ogni studente utilizzava dispositivi personali, suggerendo che quel file possa ancora esistere nei supporti digitali sequestrati ad Andrea Sempio.
Andrea Sempio ha parlato di quel documento ai carabinieri durante le perquisizioni a casa sua e a quella dei genitori, dichiarando: “Sul mio computer troverete un vecchio scritto sul delitto di Garlasco, era per un corso di giornalismo”. Questa affermazione ha immediatamente attirato l’attenzione degli inquirenti, sempre più impegnati a ricostruire ogni aspetto della vita privata e professionale del 37enne. Il Corriere della Sera ha sottolineato che nel 2013, quando Sempio non era indagato e Stasi non era ancora stato condannato, il giovane stava seguendo un corso di comunicazione post-diploma. In quel contesto è nato l’articolo su Chiara, un esercizio che, sebbene apparisse innocuo, oggi è oggetto di una scrupolosa analisi.