Lockdown soft entro il 10 novembre: cosa prevede

Le nuove misure allo studio del governo prevedono l'introduzione del lockdown soft in tutta Italia

La situazione dei contagi in Italia continua ad essere preoccupante. Se fino a qualche giorno fa la parola lockdown non era contemplata dal governo, nelle ultime ore si fanno sempre più insistenti le voci su un nuovo DPCM da varare a breve che prevede una chiusura “soft” dell’Italia basata sui modelli già attuati in Francia e in Germania.

Giuseppe Conte allarga le braccia
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Ieri nel nostro paese si sono registrati più di 26.000 casi in 24 ore. L’Italia ha ancora qualche giorno di vantaggio rispetto agli altri paesi europei prima di entrare nella cosiddetta Fase 4, la più grave dell’epidemia. Arrivati in quella fase, sarà inevitabile apportare misure più restrittive con lockdown generalizzati per cercare di arrestare l’aumento dei casi e tenere sotto controllo la curva del contagio, in aumento ormai da alcune settimane.

Piazza Duomo Milano
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Tutto questo dovrebbe arrivare comunque non prima di una settimana, indicativamente tra il 5 e il 10 novembre. Conte potrebbe riferire in Parlamento e poi varare un nuovo DPCM.

Lockdown soft: cosa prevede

La scelta di un lockdown soft dovrebbe prevedere uno scenario meno pesante rispetto a quello di marzo. Si potrebbero prevedere limitazioni per gli esercizi commerciali, con chiusure totali o su base oraria. Si dovrebbe incentivare il più possibile il ricorso allo smart working.

Giuseppe Conte con la mascherina
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E si parla anche di un ipotetico ritorno all’autocertificazione. Altra ipotesi è quella di ridurre ulteriormente gli spostamenti tra Regioni, impedendoli quando non necessari.

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Sul fronte scuole, il governo intende farle restare aperte, almeno le elementari e medie, mentre le superiori potrebbe ricorrere alla didattica a distanza anche per evitare di congestionare il sistema dei trasporti ancora troppo affollato negli orari di punta.

Poi ulteriori restrizioni potrebbero essere lasciate alle singole regioni sulla base anche dei dati regionali. In alcune zone o città considerate più a rischio potrebbe essere approntata una cosiddetta zona rossa con limitazioni più pesanti alla mobilità e ulteriori chiusure delle attività ritenute non essenziali.