Luca Sacchi, parlano i legali e il padre: “ucciso perché aveva scoperto qualcosa”

Luca Sacchi, a un mese dal terribile omicidio, parlano i legali della famiglia del ragazzo e il padre: ipotesi sul motivo dell'uccisione

Luca Sacchi, a un mese dal tremendo omicidio del giovane 25 enne romano, emergono nuove ipotesi sul movente del delitto. Oggi a prendere la parola sono i legali della famiglia della vittima e lo stesso padre: “l’hanno ucciso perché aveva scoperto qualcosa“, questa l’ipotesi più acclarata

Negli occhi del papà si legge lo strazio e il dolore di un uomo devastato dalla vita, Alfonso Sacchi è stato ospite nel celebre salotto di Bruno Vespa, “Porta a Porta” e lì ha parlato del figlio prematuramente scomparso

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Ho sognato Luca questa notte. Ne parlavo con mia madre qualche giorno fa. Le ho chiesto perché non riuscissi a sognarlo. Mi ha detto: ‘Dicono che debba pagare un mese perché diventi un angelo. Poi si sogna’. Pensavo fossero dicerie del nostro paese, in Abruzzo.

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Ma stamattina, alle 10 mi sono svegliato piangendo. L’ho visto nella stanza, gli ho chiesto che facesse lì, se non gli facessero male le braccia per i colpi ricevuti. Mi ha detto che stava bene, che si sentiva sollevato. Voglio stare qua, ‘non so se andrò in cielo’ mi ha detto.

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Ma fammi una cortesia: dì a mamma che non pianga più..” parole che fanno male, parole che commuovono. I legali della famiglia che hanno acclarato la loro ipotesi:

“Poteva aver scoperto qualcosa e per questo è stato ammazzato”  questa ipotesi è avvalorata dal fatto che poco prima era scoppiata una lite al parco della Caffarella, ma le immagini delle telecamere di sicurezza non sono chiare, ed è difficile trovare un riscontro preciso

Alfonso Sacchi invece continua raccontando gli attimi concitati di quella sera:

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“Quella sera Luca è sceso di casa, Federico (il fratello minore, ndr) stava provando sulla via di casa uno scooter. Era uscito da solo, a piedi. Anastasia non c’era.

Alle 23, ero al ristorante, mi ha chiamato un amico dicendomi che c’era stato un incidente, che Luca era caduto da un muretto. Non mi poteva dire che gli avevano sparato in testa». La disperazione di Alfonso Sacchi si tocca con mano.”