Luigi Cammisa: l’ultimo saluto al 29enne ucciso dal suocero
Una folla commossa ha accompagnato il feretro di Luigi Cammisa al Santuario di Sant'Antimo: il 29enne è stato ucciso dal suocero giovedì scorso
La piccola cittadina di Sant’Antimo ieri ha vissuto il dolore per l’ultimo addio a Luigi Cammisa, l’operaio di 29 anni ucciso dal suocero alle prime ore del mattino dello scorso 8 giugno. La banda ad accompagnare il feretro verso il Santuario di Sant’Antimo Prete e Martire.
Una vicenda che ha scosso l’Italia intera e in particolare le due piccole comunità di Sant’Antimo e Melito, entrambe a pochi chilometri da Napoli.
Proprio a Sant’Antimo, nelle prime ore del mattino di giovedì 8 giugno, Raffaele Caiazzo portava a termine il suo terribile piano, quello di togliere la vita a suo genero e sua nuora, il marito e la moglie dei suoi due figli.
Costituitosi poco dopo, il 44enne ha dichiarato di averlo fatto perché convinto che i due avessero una relazione tra loro, che portavano avanti alle spalle dei rispettivi coniugi, ossia i suoi figli.
Gli interrogatori successivi, effettuati anche sugli altri familiari, hanno fatto emergere anche un’altra assurda verità. E cioè che lo stesso Raffaele Caiazzo si era invaghito della nuora, Maria Brigida Pesacane.
Mentre le indagini vanno avanti, nella giornata di ieri si sono tenuti entrambi i funerali delle due vittime.
Nel pomeriggio, a Melito, la popolazione ha potuto dire addio a Maria Brigida, uccisa a colpi di pistola davanti ai figlioletti di 2 e 4 anni.
Poche ore prima, in mattinata, nel Santuario Sant’Antimo Prete e Martire si è invece celebrato il funerale di Luigi Cammisa.
Dolore al funerale di Luigi Cammisa
A celebrare la messa sono stati a Monsignor Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa e da don Francesco Campanile, parroco del Santuario.
Il feretro è partito dall’abitazione della famiglia Cammisa, situata a piazzetta Sant’Antonio, a pochi metri dal punto in cui Luigi è stato ucciso, e con un corteo è arrivato al Santuario, accompagnato anche dalla banda del paese.
Struggente l’omelia pronunciata dal parroco don Francesco, che ha reso onore alla vita di Luigi e onorato la sua memoria.
Anche se Luigi è morto, come diciamo noi, lui vive nel Signore. La sua vita continua in un modo diverso, che noi non sappiamo. Ma vive anche nei suoi cari, nella moglie, nei figli, nei familiari. Oggi sono convinto che Luigi, per come è stato descritto, buono, laborioso, direbbe a voi, a voi giovani soprattutto: ‘Mai più violenza. La violenza non risolve niente, distrugge tutto’.