Manca meno di un metro e si arriverà al pozzo di Julen
Gli otto minatori stanno lavorando senza sosta in condizioni difficili e pericolose.
Sono al lavoro da 21 ore gli otto minatori giunti a Totalan (Malaga, Spagna) per trovare il piccolo Julen, intrappolato a decine di metri di profondità dal 13 gennaio.
Portati sotto terra da una capsula in metallo, gli specialisti stanno scavando a mano, con l’aiuto di trapani ed esplosioni, un passaggio: manca meno di un metro e sarà possibile introdurre una telecamera nel pozzo per cercare il bambino.
La difficoltà incontrata, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, è la composizione del terreno, sono presenti rocce molto dure, per questo si è reso necessario l’uso di esplosivi. La speranza era di giungere all’obiettivo in 24 ore ma potrebbero volercene molte di più. Tutto il mondo ha gli occhi puntati su questi otto uomini della Brigada de Salvamento Minero de Hunosa, che dal 15 gennaio aspettavano di poter intervenire e mettere a frutto i loro 100 anni di esperienza.
Il coordinatore logistico operativo, Juan Arrabal, ha spiegato così come stanno le cose: “I minatori non hanno smesso di lavorare da ieri, e dobbiamo capire le scadenze. Non vediamo l’ora di raggiungere Julen. Con la terza microesplosione abbiamo avanzato molto”.
I genitori del bambino, Josè e Vicky, si trovani isolati in una casa vicina e accompagnati soltanto dai parenti più stretti. Al loro fianco ci sono due psicologi professionisti che li stanno aiutando ad affrontare l’attesa e il dolore, preparandoli anche alla possibilità di non rivedere più il proprio figlio vivo.
AGGIORNAMENTO: i minatori sono avanzati di 3,35 metri ma hanno incontrato altro terreno roccioso. C’è bisogno di una quarta micro esplosione che rallenterà tutto il lavoro di qualche ora.