Marco Manzini risarcisce la famiglia della moglie uccisa di 50 euro al mese: l’aveva ammazzata a sassate

Uscito di prigione, aveva ammazzato la donna a sassate

La giustizia non ha fatto il suo corso. Parole dure quelle dei genitori di Giulia Galiotto. Il marito Marco Manzini risarcisce la famiglia della moglie con 50 euro al mese. Dopo essere uscito dalla cella dove era recluso per la scomparsa della donna, perché l’aveva colpita a sassate fino alla morte, questo è il risarcimento che ha pensato di dare ai genitori di Giulia.

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Il caso risale a febbraio del 2009 e ha avuto luogo a San Michele dei Mucchietti, frazione del comune di Sassuolo, in provincia di Modena, in Emilia Romagna. Marco Manzini ha colpito alla testa con una pietra la donna, per poi far credere che si fosse tolta la vita.

Giulia uccisa a sassate

Nel 2013 i giudici lo hanno condannato a 19 anni e 4 mesi di reclusione per il reato grave. La Cassazione ha poi confermato la condanna, ma da febbraio 2022 Marco Manzini è in stato di semilibertà, in prova presso i Servizi sociali.

La pena non è ancora scaduta, ma l’uscita dalla cella è prevista in anticipo, al 2025, per buona condotta. Mancano 3 anni, in realtà, ma l’uomo ha già ricominciato a vivere una vita normale.

I genitori di Giulia Galiotto, però, lo hanno scoperto solo grazie ad una lettera degli avvocati difensori dell’uomo, nella quale si sottolinea che Marco Manzini è disposto a dare loro 600 euro annuali a titolo di risarcimento per quello che ha fatto alla giovane donna, tolta all’affetto dei suoi cari.

soldi

Marco Manzini risarcisce la famiglia della moglie: l’incredulità dei genitori di Giulia Galiotto

Gli avvocati hanno annunciato alla famiglia che riceveranno 50 euro al mese, per risarcire la famiglia della donna che ha perso la vita per mano del marito. Una cifra compatibile, secondo i legali, con la sua situazione economica. La mamma della giovane si dice indignata:

Non accettiamo alcuna mediazione, anche se ora sembreremo noi i cattivi. Manzini vuole incontrarmi? Lo faccia per dirmi la verità e non le frottole che ha raccontato in tribunale. Dopo aver ucciso mia figlia ci ha chiamato prendendoci in giro. Abbiamo assistito alle schifezze che ha detto su di lei in tribunale e non ha mai mostrato alcun pentimento. Oggi noi non sappiamo nulla di lui, mentre lui sa tutto di noi. Chi ci garantisce che questo individuo non ci venga a cercare?