Mario Cerciello Rega: la difesa del carabiniere che ha scattato la foto a Gabriel Natale Hjorth

A più di un mese dall'omicidio di Mario Cerciello Rega, arriva la versione del carabiniere che ha scattato la foto a Gabriel Natale Hjorth

È passato ormai più di un mese dall’omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega e le domande che non hanno ancora una risposta sono molte. Oggi si torna a parlare della foto scattata da un carabiniere all’interno della caserma a Gabriel Natale Hjorth

Il giovane era stato immortalato con il capo basso e gli occhi bendati all’interno della caserma dei carabinieri dove erano stati trasportati i due giovani americani dopo essere stati fermati per l’omicidio del vicebrigadiere

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Oggi la versione fornita ai pm dalla difesa del carabiniere che ha scattato la foto parla chiaro: “era agitato, dava le testate al muro. Io stesso sono stato colpito afferma. Il militare, assistito dall’avvocato Andrea Falcetta sostiene che sia stato uno “strumento di contenimento” 

Un metodo per evitare che il ragazzo americano facesse male, sia agli altri che a se stesso. Da quanto sostiene l’avvocato inoltre: “la foto sarebbe stata diffusa in una chat riservata a soli carabinieri, sia per rassicurare tutti i che i due erano stati arrestati, sia per far notare che l’informazione inizialmente fornita dal partner di Mario era totalmente inesatta” 

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Quest’ultima frase si riferisce al fatto che le in un primo momento si vociferava che i ragazzi arrestati fossero due nordafricani. Il militare che ha scattato la foto inoltre sostiene che:

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“La foto sarebbe stata inopinatamente consegnata alla stampa da altro carabiniere, quasi certamente non partecipante alla chat, che sarebbe già stato individuato dai vertici dell’Arma

L’avvocato di Natale Hjorth, Francesco Petrelli, sostiene però che: “le manette vengano utilizzate a fine di contenimento sarebbe plausibile, ma in tanti anni di professione non mi è mai capitato di veder utilizzato il bendaggio per evitare ce un fermato ‘faccia male a se stesso o ad altri'”

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“Senza entrare nel merito di una indagine che è ancora in corso dichiamo solo che se tale giustificazione è autentica e l’affermazione corrisponde al senso comune la cosa non può che destare qualche sorpresa e qualche perplessità”