Mirko Tomkow, il papà di Matias chiede uno sconto di pena per la sua morte
Mirko Tomkow ricorrerà in Appello nel caso che lo vede accusato della morte del figlio
Chiederà uno sconto di pena Mirko Tomkow, il papà del piccolo Matias che ha perso la vita proprio per mano del genitore. Ricorrerà in Appello per cambiare la sentenza di primo grado emessa dai giudici nei suoi confronti, per il decesso del figlio. Il caso, avvenuto a Cura di Vetralla, aveva sconvolto tutta l’Italia.
Un anno fa Matias perse la vita nella sua casa a Cura di Vetralla, in provincia di Viterbo, nel Lazio. L’uomo ha prima soffocato e poi colpito con un’arma il suo bambino. Il manovale di 45 anni compì questo folle gesto lo scorso 16 novembre: Matias era appena tornato a casa da scuola.
L’uomo lo aveva aspettato nascosto in casa. Non poteva più avvicinarsi alla moglie e al figlio, visto che era stato allontanato con l’accusa di abusi nei confronti della donna. Il padre aveva, dunque, premeditato la fine del figlioletto, con un un piano studiato nei minimi particolari.
Matias è morto per asfissia meccanica violenta provocata dall’applicazione di nastro adesivo sulla bocca e sul naso (con conseguente soffocamento) e per anemia metaemorragica causata da lesioni inferte con mezzo da punta e taglio, che ha penetrato il cranio il collo e il torace.
Queste le motivazioni dei giudici, che lo scorso 8 lugo in Corte d’Assise hanno condannato l’uomo all’ergastolo. Ma i suoi avvocati fanno sapere che ricorrerà in Corte d’Appello, dove sarà spiegato che non c’era premeditazione o volontà.
Condannato all’ergastolo, Mirko Tomkow ricorrerà in Appello per uno sconto di pena
L’avvocato che segue Mirko Tomkow chiede di assolvere il suo assistito, perché non ci sono prove degli abusi in famiglia, visto che, a quanto pare, la compagna non avrebbe mai sporto denuncia.
Inoltre, l’avvocato Grazini aggiunge:
Il nastro messo sul viso del bambino non era stato applicato per uccidere ma per farlo tacere, particolare che potrebbe portare a riqualificazione da doloso a colposo.