Monterotondo, il papà di Deborah picchiava la mamma da anni

La mamma di Deborah, la ragazza che ha ucciso il padre per difendere lei e la nonna, racconta che lui le maltrattava da tempo.

La mamma di Deborah, la ragazza che, per difendere la madre e la nonna dall’aggressione del padre, lo ha ucciso, racconta che quei maltrattamenti duravano da tempo. Addirittura da quando lei allattava. L’uomo rovinato da alcol e droga era violento, anche se gli amici al funerale hanno urlato che era un grande e che non era assolutamente come lo avevano dipinto.

La Procura di Tivoli ha ascoltato sia Deborah sia la mamma Antonia. “Ci ha sempre considerato come sua proprietà e quando viene qualcuno a trovarci, suoi amici o parenti, lo faceva notare. ‘Prendimi le sigarette, vai a cucinare, stai zitta’, mi diceva. E bastava niente perché mi alzasse le mani. Ma Lorenzo non era cattivo“.

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Un dramma e la sofferenza in poche parole rilasciate agli agenti che l’hanno ascoltata. L’uomo, ucciso dalla figlia per salvare la madre, era diventato così, violento e possessivo, a causa di alcol e droga. Lei pensava forse di poterlo salvare e di proteggere così la figlia. “Aveva un animo buono, sono stati l’alcol e la cocaina a rovinarlo“.

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Le violenze andavano avanti da anni, da 20 anni, racconta la donna. Lei non aveva mai denunciato, per paura di vedersi portare via la figlia. Antonia ha sempre cercato di proteggere lei e la suocera dalla violenza di Lorenzo, un padre padrone che non lavorava e dettava legge in casa.

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Era lei a lavorare anche 10 ore al giorno, per mantenere la famiglia. Anche Deborah, oggi tornata libera, lavorava per aiutare la madre. Mentre il padre beveva e faceva uso di droghe. E a casa prendeva a calci e pugni la moglie. Che a volte non usciva di casa per paura che qualcuno vedesse i lividi.

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Antonia ricorda:

“Pretendeva di avere rapporti, io accettavo per paura delle sue reazioni. Dicevo, meglio a me che a Deborah o Maria. È successo per colpa mia, Deborah non voleva ucciderlo”.

All’inizio, secondo il racconto della donna, non era così. Poi dopo la nascita di Deborah e la morte del padre nel 2002 tutto è cambiato. Nel 2014 lo aveva denunciato, era stato in carcere, ma poi messo ai domiciliari casa. Pensava che la prigione lo avesse guarito. Ma così non è stato. Fino all’ultimo tragico epilogo.