Neonato trovato morto sugli scogli, la triste scoperta grazie ad alcune riprese: cosa è emerso nelle ultime ore
Accusa di infanticidio per la donna di 34 anni che ha gettato tra gli scogli il neonato in uno zaino: cosa è emerso nelle ultime ore
La vicenda del neonato ritrovato senza vita tra gli scogli di Villa San Giovanni continua a destare scalpore. Prima la giovanissima età e i problemi mentali della madre, poi l’accusa alla nonna, ora la scoperta che il piccolo era ancora vivo quando è stato gettato tra le onde del mare. Una storia di cronaca nera densa di dolore e di dettagli angoscianti.
La madre della tredicenne, con deficit psichico, che ha partorito l’innocente si è avvalsa della facoltà di non rispondere durante l’udienza di convalida di stamattina di fronte il Gip Giovanna Sergi. L’accusa per la nonna 40enne del piccolo è di infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale.
La donna, secondo le indagini condotte dalla squadra mobile e dai carabinieri, avrebbe, subito dopo il parto della figlia tredicenne, riposto il neonato vivo, all’interno di uno zainetto. Successivamente ha abbondonato il corpo sulla scogliera antistante il lungomare di Villa San Giovanni, come confermato dalle telecamere di videosorveglianza della zona.
Le indagini sono partite da una segnalazione ai Carabinieri sullo stato di gravidanza della minore. Le forze dell’ordine coordinate dal procuratore aggiunto Walter Ignazitto e dal PM Tommaso Pozzati stanno aggiornando il fascicolo dell’accusa a carico della donna di 40 anni. Il coordinamento della Procura di Reggio Calabria ha analizzato i sistemi di videosorveglianza per riconoscere l’itinerario seguito dall’indagata prima dell’abbandono del neonato.
Il giudice per le indagini preliminari dovrà decidere entro domani se convalidare il fermo della donna e se emettere l’ordinanza di custodia cautelare. La Procura di Reggio Calabria, sotto la direzione di Giovanni Bombardieri, ha emesso mercoledì scorso il provvedimento di fermo nei confronti della nonna del neonato per infanticidio.
Ci auguriamo che giustizia sia fatta per il reato disumano commesso dal responsabile di quest’atrocità inenarrabile. Una piccola vita spezzata dall’ignoranza, dalle condizioni sociale di indigenza e da uno stato mentale malato.