“No, la verità è questa” Giovanni Marchionni trovato morto in Costa Smeralda, la famiglia rompe il silenzio, e troppe cose non tornano

Interrogativi sulla morte di Giovanni Marchionni, trovato senza vita su uno yacht in Costa Smeralda; la Procura indaga per omicidio colposo e si sospetta un'intossicazione da esalazioni tossiche.

La morte di Giovanni Marchionni, un giovane di 21 anni, continua a sollevare numerosi interrogativi. Il corpo del giovane è stato rinvenuto a bordo di uno yacht di una nota imprenditrice flegrea, ormeggiato nel porticciolo di Marina di Portisco, in Sardegna. Le autorità competenti, in particolare la Procura di Tempio Pausania, hanno avviato un’inchiesta per omicidio colposo a carico di ignoti, ma i dettagli riguardanti l’accaduto rimangono sfocati e poco chiari. La famiglia del giovane e le autorità locali stanno cercando di fare luce su quanto accaduto.

Il contesto della tragedia

Le prime ricostruzioni emerse dopo il ritrovamento di Giovanni parlavano di una vacanza trascorsa a bordo dello yacht. Tuttavia, questa versione è stata prontamente contestata dalla famiglia del giovane, che ha dichiarato che Giovanni si trovava sull’imbarcazione per motivi di lavoro e non come semplice ospite in vacanza. Maurizio Capozzo, avvocato di fiducia della famiglia, ha confermato a Repubblica le testimonianze dei genitori e degli amici, sottolineando come Giovanni avesse portato la barca prima a Ponza e successivamente alla Costa Smeralda. Il sindaco di Bacoli, Gerardo Giosy Della Ragione, ha aggiunto che un amico di Giovanni aveva rivelato di aver visto il piccolo stanzino dove il giovane avrebbe dovuto dormire, descrivendolo come angusto e non adatto per due persone. Questo solleva dubbi sulle reali circostanze della sua presenza a bordo.

Le cause sospette della morte

Secondo alcune fonti, la morte di Giovanni potrebbe essere attribuita a esalazioni tossiche, probabilmente generate da un malfunzionamento delle batterie del bagno chimico o dell’impianto elettrico dello yacht. Al momento, l’imbarcazione è sotto sequestro per consentire le indagini. A supporto di questa ipotesi, vi è la testimonianza di una ragazza che si trovava a bordo con Giovanni la sera precedente alla tragedia. La giovane ha dichiarato di aver deciso di lasciare la barca a causa di un “cattivo odore” avvertito durante la sua permanenza. Se confermata, questa informazione potrebbe rendere plausibile l’ipotesi di un’intossicazione, aggiungendo ulteriori elementi di preoccupazione alla vicenda.

La solitudine sulla barca

Un altro aspetto che necessità di chiarimenti è il motivo per cui Giovanni sia rimasto da solo a bordo dello yacht per tutta la notte. L’avvocato Capozzo ha espresso preoccupazione per questo particolare, chiedendosi perché il giovane avesse assunto il compito di guardia dell’imbarcazione in assenza degli altri occupanti. Da quanto si apprende, al momento della sua morte, gli altri membri dell’equipaggio non erano presenti a bordo. L’autopsia, che si svolgerà presso l’istituto di medicina legale di Sassari, sarà fondamentale per determinare se Giovanni sia deceduto a causa di inalazione di sostanze tossiche oppure per altre cause naturali.

Il tributo della comunità di Bacoli

In segno di lutto e solidarietà, domenica 10 agosto, al porto di Baia, si è tenuto un commovente tributo in onore di Giovanni. Decine di barche hanno fatto sentire le loro sirene in un saluto collettivo, un gesto che ha unito la comunità nel desiderio di giustizia per il giovane. Il sindaco Della Ragione ha commentato l’accaduto, affermando che “non si può morire a 21 anni” e ha proclamato il lutto cittadino in occasione dei funerali. La comunità si è mobilitata per sostenere la famiglia di Giovanni in questo momento doloroso, esprimendo il desiderio di scoprire la verità sulla sua scomparsa.