“Noi ci fermiamo qui…” l’esito delle ricerche del corpo di Cristian Molnar scatena la rabbia dei genitori e del cittadino

il sindaco di Premariacco Michele De Sabata definisce "azione pericolosa" l'iniziativa partita sul web per il reclutamento di volontari nella ricerca di Cristian Molnar

Le ricerche di Cristian Molnar, il giovane disperso nel fiume Natisone da dieci giorni, potrebbero essere interrotte. Nonostante gli sforzi dei soccorritori e dei volontari, finora non c’è stata alcuna traccia del giovane, tranne un brandello di maglietta. La situazione si è fatta così disperata che sui social è stata lanciata una petizione online per raccogliere i volontari disposti ad aiutare nelle ricerche.

Tuttavia, il sindaco di Premariacco Michele De Sabata ha definito l’iniziativa “pericolosa” e ha tentato di dissuadere i tanti volenterosi. Ha sottolineato che la presenza di “improvvisati” potrebbe mettere a rischio la vita non solo dei volontari stessi, ma anche dei professionisti che stanno già operando sul campo. La presenza di altre persone potrebbe ostacolare gli interventi dell’elicottero, che potrebbe essere costretto a operare a basse quote per cercare il giovane disperso.

Le famiglie dei ragazzi dispersi hanno espresso critiche nei confronti del numero unico emergenze 112, accusandolo di non aver gestito adeguatamente le chiamate di soccorso fatte da Patrizia, una delle vittime della tragedia. L’avvocato della famiglia di Cristian afferma con sicurezza che se i soccorsi fossero stati tempestivi, i ragazzi sarebbero ancora vivi oggi. Durissime le sue dichiarazioni:

“Dopo aver fatto anche un sopralluogo nella località della tragedia, mi colpisce molto la sottovalutazione della situazione iniziale. Mi aspetterei, da chi è preposto a ricevere telefonate e richieste d’aiuto una tale preparazione che, avendo notizie di una persona che si trova in quel posto preciso, sappia come intervenire”.

Secondo la ricostruzione del legale l’elicottero sanitario da Campoformido, vicino al ponte Romano, poteva partire alle 13.29, invece è stato Drago, l’elicottero dei vigili del fuoco di Venezia, a decollare solo qualche minuto dopo le 14. Questo ritardo potrebbe aver contribuito al decesso dei tre ragazzi travolti dalla corrente.

La Procura sta indagando per stabilire se ci sono stati errori umani o nel protocollo e se ci sono state condotte omissive. Nel frattempo, le ricerche continuano anche se è previsto che domani potrebbero essere interrotte a causa delle avverse condizioni metereologiche.

Petru Radu continua a credere che suo fratello Cristian sia ancora vivo. Chiede che le ricerche non siano interrotte. Domenica sera, se il giovane non sarà stato trovato, non saranno più mobilitati i cento uomini con mezzi terrestri e marini di ogni corpo e i tanti volontari che ogni giorno perlustrano l’area 200 metri alla volta.