“Noi non potevamo..” Cecilia investita e uccisa dai bambini rom, rompe il silenzio la madre dell’11enne coinvolto

Un incidente mortale a Milano coinvolge un'auto guidata da un ragazzino di 13 anni, uccidendo una donna di 71 anni e sollevando interrogativi sulla responsabilità dei minori e la sicurezza.

Un tragico incidente ha colpito la periferia sud di Milano, suscitando profondo dolore e interrogativi sulla sicurezza stradale e la responsabilità dei minori. La vittima, Cecilia De Astis, di 71 anni, è stata investita da un’auto che viaggiava a grande velocità mentre si trovava lungo via Saponaro, nel quartiere Gratosoglio. Sorprendentemente, al volante non c’era un adulto, ma un ragazzo di soli 13 anni, accompagnato da tre coetanei di 11 e 12 anni.

Tutti i minori coinvolti sono italiani, figli di famiglie rom di origine bosniaca, residenti in un piccolo campo della zona. Gli investigatori hanno ricostruito la dinamica dell’incidente attraverso un’indagine che è durata 36 ore. La polizia locale è riuscita a individuare i quattro giovani seguendo una pista insolita: le magliette dei Pokémon che indossavano, riprese dalle telecamere di sorveglianza di un centro commerciale a Rozzano poche ore prima dell’incidente.

Dettagli dell’incidente e delle indagini

La ricostruzione dell’incidente evidenzia come la fuga dei minori e la loro successiva identificazione siano state possibili grazie a un attento lavoro di indagine. Le immagini delle telecamere hanno fornito informazioni cruciali, permettendo agli agenti di risalire ai ragazzi e al campo in cui risiedono. La situazione è complessa, poiché i minori non possono essere perseguiti penalmente per la loro età. Questo ha sollevato interrogativi su come gestire questo tipo di incidenti in futuro e sulle responsabilità dei genitori o dei tutori.

Il drammatico evento ha lasciato una comunità in lutto e ha evidenziato la necessità di riflessioni più ampie sulla sicurezza stradale e sull’educazione dei giovani riguardo al comportamento responsabile. La polizia ha anche avviato un’indagine per determinare le circostanze in cui il ragazzo è riuscito a mettersi al volante di un’auto, con particolare attenzione a possibili furti o mancanza di supervisione da parte degli adulti.

Reazioni e testimonianze

La madre di uno dei ragazzi coinvolti ha rilasciato dichiarazioni che offrono uno spaccato della vita quotidiana nel campo di via Selvanesco. La donna, visibilmente scossa, ha parlato dell’assenza di figure genitoriali e del degrado in cui vivono. Ha raccontato di come i ragazzi siano usciti per una passeggiata e siano tornati tardi, lasciando la famiglia all’oscuro di quanto stesse realmente accadendo. La madre ha espresso il suo dolore sia per il figlio che per la vittima, sottolineando il trauma che ha colpito la loro comunità.


“È da stamattina che piango. Per mio figlio. E per la signora che è morta. Sono sotto choc”. Ricorda che “Lunedì erano usciti a piedi e sono rientrati tardi. Noi non sapevamo nulla. Poi, stanotte, hanno cominciato a piangere e ci hanno detto quello che era successo. Non so cosa pensare”.

Inoltre, ha accennato al fatto che molti dei padri dei ragazzi siano attualmente in carcere per reati passati, suggerendo una struttura familiare fragile e una mancanza di supervisione. È evidente che la situazione sociale e familiare di questi minori potrebbe aver contribuito alla loro condotta imprudente.

Il futuro dei minori e il ricordo di Cecilia

Nonostante i minori siano stati riaffidati alle loro famiglie dopo l’interrogatorio, la Procura dei minorenni sta esaminando la loro “pericolosità sociale” e sta valutando l’opzione di affidarli a comunità protette, lontano dall’ambiente in cui vivono attualmente. Questo potrebbe rappresentare un passo necessario per garantire la loro sicurezza e quella degli altri, data la gravità dell’incidente e la giovane età dei coinvolti.

Nel frattempo, il luogo dell’incidente in via Saponaro si è trasformato in un piccolo altare commemorativo. Fiori e messaggi di cordoglio sono stati lasciati da amici e conoscenti di Cecilia, segnalando la perdita profonda che ha colpito la comunità. Tra i tanti messaggi, uno in particolare risuona con forza: “Ciao Cecilia… non è giusto”. Questo testimonia la frustrazione e la tristezza di fronte a una tragedia che avrebbe potuto essere evitata.