“Non ce l’ha fatta” Esplosione a Roma, il bilancio si aggrava: la tragica notizia arrivata poco fa
Claudio Ercoli, ispettore Eni di 67 anni, muore dopo un'esplosione a Roma; la Procura riformula le accuse da disastro colposo a omicidio colposo mentre un secondo ferito rimane in gravi condizioni
Claudio Ercoli, un ispettore di 67 anni che lavorava per l’Eni in una stazione di servizio a Roma, è deceduto mercoledì 9 luglio presso il reparto grandi ustionati dell’ospedale Sant’Eugenio. Le sue condizioni, critiche fin dall’inizio, erano il risultato di ustioni di terzo grado che coprivano il 55 per cento del suo corpo, coinvolgendo principalmente il volto, il torace e gli arti superiori. Nonostante un intervento chirurgico delicato effettuato il giorno precedente, che prevedeva l’applicazione di innesti di cute omologa, Ercoli non è riuscito a sopravvivere. L’ASL Roma 2 ha confermato ufficialmente il decesso, esprimendo profondo rammarico per la perdita avvenuta alle ore 11:30.

Dettagli dell’incidente
Claudio Ercoli è rimasto coinvolto in una drammatica esplosione causata da una fuga di GPL, che si è verificata venerdì scorso a Roma. L’incidente ha avuto due fasi esplosive, trasformando il distributore in un inferno di fiamme. Un video acquisito dalle autorità mostra chiaramente le fasi che hanno portato al disastro: una valvola mal sigillata ha causato la fuoriuscita di gas, seguita dall’accensione improvvisa e dall’esplosione. Al momento dello scoppio, Ercoli si trovava vicino alla sua auto, che è stata avvolta dalle fiamme. Un carabiniere, mettendo a rischio la propria vita, è riuscito a salvarlo trascinandolo via. Da quel momento, Ercoli ha lottato tra la vita e la morte nel reparto di rianimazione, con l’intenzione di testimoniare agli inquirenti non appena le sue condizioni lo avessero permesso.
Indagini sul disastro
Con la morte di Ercoli, la Procura di Roma ha la possibilità di rivedere il fascicolo aperto subito dopo l’esplosione. L’ipotesi di reato inizialmente inquadrata come disastro e lesioni colpose, attualmente a carico di ignoti, potrebbe trasformarsi in omicidio colposo. Gli inquirenti hanno già cominciato a raccogliere immagini di videosorveglianza e relazioni tecniche per ricostruire l’origine dell’incidente. Si sta indagando sull’errore umano, in particolare sull’errata chiusura della valvola, che si ritiene possa aver causato la fuoriuscita incontrollata di gas, innescando la deflagrazione. Le autorità stanno lavorando per accertare le responsabilità e prevenire futuri incidenti simili.
Condizioni degli altri feriti
Un altro uomo coinvolto nell’incidente, che ha riportato gravi ustioni, rimane in condizioni critiche ma stabili. Le sue ustioni coprono il 25 per cento del corpo e la prognosi è riservata. L’ASL Roma 2 ha confermato il suo impegno nel fornire supporto ai familiari della vittima e ha assicurato che i medici stanno facendo tutto il possibile per salvare il secondo paziente. Inoltre, due agenti di polizia, Marco Neri e Francesco D’Onofrio, sono stati anch’essi feriti e saranno sottoposti a interventi chirurgici ricostruttivi presso il Policlinico Umberto I. Le autorità sanitarie hanno promesso di garantire il massimo supporto a tutti i feriti e alle loro famiglie.
Impatto sulla comunità e sul lavoro
La scomparsa di Claudio Ercoli, un professionista stimato e rispettato, ha generato grande sgomento non solo tra i colleghi, ma anche tra i soccorritori che si sono mobilitati per salvare vite umane durante l’incidente. La sua tragica fine ha aperto un dibattito sulle responsabilità legate agli incidenti sul lavoro e sulla sicurezza nelle stazioni di servizio. Le conseguenze di questo evento non si limitano ai danni immediati, ma hanno anche scosso profondamente la comunità locale, evidenziando la necessità di maggiore attenzione e prevenzione in situazioni di rischio. L’incidente ha lasciato una ferita profonda nella città e le indagini in corso potrebbero portare a importanti cambiamenti nelle normative di sicurezza.