Non vedente a messa con il cane. Il prete: “Non portarlo più”

È accaduto in una chiesa di Sesto San Giovanni (Milano).

Non gli è stato permesso di entrare in chiesa con il suo cane guida e ha denunciato il fatto su Facebook. È successo a Francesco Gnech, non vedente, nella parrocchia di Santo Stefano a Sesto San Giovanni, comune della città metropolitana di Milano.

Il prete: "Non portarlo più"

Su Facebook, Francesco ha scritto: “Domenica mattina, mi reco, accompagnato da Pepe, il mio cane guida, presso la parrocchia come abitualmente faccio, in questa come nelle altre Chiese dove mi capita di recarmi. Mi fermo appena oltrepassato l’ingresso, per essere pronto a uscire nel caso Pepe dovesse disturbare la funzione, cosa che può capitare in ragione di vari eventi quali grande affollamento o presenza, non infrequente, di bambini che corrono qua e là inseguiti dai genitori”.

Il prete: "Non portarlo più"

Poi, succede questo: “Pepe, stretto tra le persone in coda e quelle di ritorno nell’affollato corridoio, si agita un po’ e abbaia, strettamente trattenuto vicino alle mie gambe dalla mano in presa sul suo collare. Di ritorno la signora, cui chiedo di riaccompagnarmi verso l’uscita, mi dice che il prevosto le ha espresso il desiderio di parlarmi”.

Francesco Gnech ha poi riportato le parole di don Roberto Davanzo: “Il cane qua dentro non va per niente bene. Un conto se stesse tranquillo ma, se disturba la funzione non puoi portarlo dentro“.

Il prete avrebbe anche spiegato che l’animale potrebbe spaventare gli anziani in chiesa: “Devi lascialo fuori, qualcuno ti accompagnerà in chiesa”.

Francesco ha concluso così il suo racconto: “Chiese ce ne sono altre e troverò accoglienza altrove, ho risposto. E, allungando la mano per salutare, questa è rimasta nel vuoto”.

Il prete: "Non portarlo più"

Il prete, interpellato da Il Giorno, ha replicato così: “Ho provato a fornire due alternative: gli avremmo portato noi l’Eucaristia, così da non fargli attraversare la navata, oppure il cane sarebbe potuto rimanere in disparte, ma non fuori, insieme ai nostri addetti. La risposta è stata negativa. Sono rammaricato di quanto accaduto. La mano non data subito? Non volevo liquidarlo, ma parlargli, per questo il saluto è stato rimandato. […] Anche durante il nostro colloquio, il cane ha continuato ad abbaiare. Il timore, durante la Comunione, era che la situazione potesse complicarsi per la presenza di altri animali, bambini e anziani. Tra la folla, i cori, è normale che un cane sia in condizione di stress e possa agitarsi. Volevamo solo evitare situazioni di disagio per tutti”.