Nuovi elementi sul delitto di Carol Maltesi: “Lo scontrino del Bricoman”
Dopo il delitto di Carol Maltesi, Davide Fontana si è recato al Bricoman per acquistare un seghetto e un'accetta
L’accusa sottolinea la premeditazione del delitto di Carol Maltesi, ma la difesa di Davide Fontana chiede il rito abbreviato. Tuttavia, sono emerse nuove prove che proverebbero che l’uomo aveva già studiato come mettere fine alla vita della sua amica, per impedirle di trasferirsi di nuovo vicino al suo bambino e quindi di allontanarsi da lui, che ne era totalmente ossessionato.
Carol Maltesi e Davide Fontana erano amici e colleghi. La rabbia dell’uomo è scaturita dopo che ha assistito ad una telefonata tra la donna e il suo ex compagno, durante la quale Carol ha espresso il desiderio di trasferirsi di nuovo vicino a lui, per essere più presente nella vita del loro bambino, affidato al papà.
Un desiderio che non ha potuto esaudire, perché Davide Fontana ha messo fine alla sua vita con un martello e poi tagliandole la gola. In seguito, l’uomo ha fatto a pezzi il suo corpo e lo ha conservato in un congelatore. Per mesi ha usato le sue carte di credito e risposto ai suoi messaggi, facendo credere a tutti che fosse ancora viva. Alla fine, forse dopo essersi reso conto che non poteva più andare avanti, ha chiuso i resti in dei sacchi neri e li ha gettati in un dirupo a Borno. È stato un passante a fare la drammatica scoperta e a lanciare l’allarme.
La difesa di Carol Maltesi
Per la difesa, Davide Fontana ha premeditato il delitto di Carol Maltesi. A provarlo ci sarebbe lo scontrino del Bricoman di Cerro dell’11 gennaio 2022, stesso giorno del delitto. Subito dopo aver messo fine alla vita dell’amica, l’uomo si è recato al negozio per acquistare un seghetto e un’accetta, strumenti che per l’accusa gli sarebbero serviti per fare a pezzi il corpo.
Non solo, si era finto un cliente chiedendo a Carol un particolare video. Per soddisfare quella richiesta, la donna aveva chiesto aiuto a Fontana ed è proprio durante le riprese che ha trovato la fine della sua vita.
Per la Procura si tratta di un piano diabolico ben studiato, la difesa punta alla premeditazione e all’ergastolo.