Omicidio del piccolo Mehmed: ridotta la pena del padre Alija Hrustic

Secondo i giudici, Alija Hrustic non voleva uccidere suo figlio. Annullato l'ergastolo e caduta l'accusa di tortura: pena ridotta a 28 anni

Alija Hrustic, l’uomo che ha picchiato e ucciso suo figlio più piccolo, Mehmed (due anni), era stato condannato all’ergastolo con l’accusa di omicidio volontario e tortura nella sentenza di primo grado.

Ergastolo per Alija Hrustic

Poco fa è arrivata la nuova decisione dei giudici. Secondo quest’ultimi non c’è stata nessuna volontà da parte dell’imputato di uccidere e torturare il figlio. La pena nei confronti di Alija Hrustic è stata ridotta a 28 anni di reclusione.

Sotto effetto di alcol e droghe, il padre aveva sfogato la sua rabbia sul piccolo, morto a causa dei gravi traumi riportati. Ben 51 lesioni secondo l’esame autoptico.

La sentenza di secondo grado riduce la pena di Alija Hrustic

Nella sentenza di secondo grado, si ritiene che: la veste giuridica appropriata non sia non sia nè quella dell’omicidio volontario né quella dell’omicidio preterintenzionale, entrambe forzate. Il reato di omicidio volontario è stato riqualificato in maltrattamenti. Una morte quindi conseguita ai maltrattamenti dell’uomo, che non aveva intenzione di uccidere il bimbo di due anni.

Ergastolo per Alija Hrustic

Il calcio, la spinta – o qualsivoglia gesto violento abbia fatto cadere l’odierna piccola vittima – è l’ultimo oltraggio infertogli non diverso dalle numerose percosse che (avevano) lasciato le ferite repertate sul suo cadavere. Queste le parole scritte dai giudici. Quest’ultimi hanno precisato che “la frattura cranica e le altre lesioni sarebbero quindi riconducibili a un’unitaria condotta di maltrattamenti”.

Caduta anche l’accusa di tortura della sentenza di primo grado. E le accuse di maltrattamenti nei confronti di sua moglie, la cui posizione nella vicenda risulterebbe ambigua.

Ergastolo per Alija Hrustic

L’omicidio del piccolo Mehmed risale al 2019, quando il bambino è stato trovato senza vita all’interno della sua abitazione.

L’uomo, dopo l’omicidio, aveva preso le figlie più grandi e si era rifugiato in un condominio di Milano. Arrestato pochi giorni dopo, aveva spiegato alle forze dell’ordine di aver agito sotto effetto di alcol e droghe. E di essersi convinto che suo figlio più piccolo avesse il malocchio.

Una riduzione di pena e una sentenza ora oggetto di molte polemiche.