Omicidio di Giulia Tramontano: la difesa di Impagnatiello punta sulla perizia psichiatrica
Omicidio di Giulia Tramontano, i legali di Impagnatiello potrebbero richiedere per lui la perizia psichiatrica per evitare l'ergastolo
Una notizia davvero importante è quella venuta fuori in queste ultime sul delitto di Giulia Tramontano. Il processo per il suo compagno Alessandro Impagnatiello dovrà iniziare il 18 gennaio del prossimo anno ed è venuto fuori che i suoi legali potrebbero chiedere la perizia psichiatrica.
Se questo nuovo accertamento dovrebbe aiutare i suoi legali e dire che era incapace di intendere e di volere, potrebbe evitare al barman 30enne la pena massima, che è l’ergastolo, quello che in realtà rischia.
In questi lunghi mesi di indagini, sono emersi tanti dettagli. Questi ultimi hanno portato gli inquirenti ad aggiungere ai suoi reati le aggravanti, che sarebbero quelle della crudeltà, della premeditazione, futili motivi e rapporto di convivenza.
Inoltre, potrebbero anche richiedere per lui la giustizia riparativa. Si tratta appunto di un percorso, come da riforma Cartabia, che è possibile per tutte le persone condannate. I suoi legali al momento non hanno ancora detto nulla su questo aspetto, ma potrebbero farne richiesta durante il Processo alla Corte d’Assise.
Lo stesso legale Giulia Gerardini, su questo ha dichiarato: “Non parliamo ancora di giustizia riparativa, però, deve ancora iniziare il processo!”
Delitto di Giulia Tramontano: come si sono svolti i fatti
La giovane donna di 29 anni, incinta al settimo mese, è deceduta per mano del suo compagno, con 37 coltellate al viso e al dorso. Nove di questi fendenti hanno raggiunto il suo corpo quando era ancora in vita.
L’uomo è accusato del suo delitto con tre aggravanti già contestate insieme alla stabile convivenza: futili motivi, crudeltà, premeditazione.
Il compagno di Giulia ha anche tentato di occultare il suo corpo, prima cercando di dargli fuoco con l’alcol nella vasca da bagno e poi usando la benzina nel suo box.
Alla fine l’ha nascosto, avvolto in buste di plastica nere e gialle con nastro adesivo grigio, in un angolo dietro al box 23 in viale Monterosa a Senago. Prima di confessare ciò che aveva fatto, ha fatto credere a tutti che Giulia era scomparsa, solo diversi giorni dopo, incastrato dagli agenti, ha deciso di ammettere la verità e di far ritrovare il corpo della 29enne incinta.