Omicidio Vannini, carabiniere indagato per favoreggiamento

Nuovi sviluppi sull'omicidio di Marco Vannini, il carabiniere Izzo è stato indagato per favoreggiamento: "Ha mentito sulla morte di Marco".

Nuovi sviluppi sull’ omicidio di Marco Vannini, il carabiniere Izzo è stato indagato per favoreggiamento: “Ha mentito sulla morte di Marco”. Le indagini hanno preso il via dopo la dichiarazione del commerciante Davide Vannicola.

Roberto Izzo Marco Vannini

L’ex maresciallo dei Carabinieri, Roberto Izzo è finito nel registro degli indagati. Ci sono nuovi sviluppi sull’omicidio di Marco Vannini, il 20enne ucciso da un colpo di arma da fuoco nel 2015 mentre si trovava a casa della sua fidanzata Martina. Il commerciante Davide Vannicola, un amico molto intimo del maresciallo, aveva dichiarato a Le Iene: “Il maresciallo mi confessò che a sparare non è stato Antonio Ciontoli, ma suo figlio Federico”.

Roberto Izzo è stato indagato dalla Procura di Civitavecchia per falsa testimonianza e favoreggiamento. Resta ancora poco chiara la dinamica ma tutta la famiglia Ciontoli è stata condannata per omicidio colposo: Antonio Ciontoli a 5 anni, sua moglie Maria Pezzillo, i figli Martina e Federico, a 3 anni. La fidanzata del figlio è l’unica assolta.

Secondo quanto rivelato da Vannicola, la sera in cui è avvenuto l’omicidio, Antonio Ciontoli avrebbe chiamato il maresciallo prima di chiamare il 118 e gli avrebbe confessato che era stato suo figlio a sparare e non lui.

Roberto Izzo ha sempre negato le accusa e non ha mai rilasciato una dichiarazione ufficiale, ha conosciuto Ciontoli nel 2013. Quella sera, Roberto Izzo era andato in ospedale ma ha sempre detto di aver rispettato le procedure: “Poco dopo che eravamo arrivati in caserma, ho saputo che l’elicottero stava tornando indietro. Chiaramente a quel punto mi sono riunito, in sostanza, con la famiglia Ciontoli, seguendo le fasi di quello che stava accadendo. Dopo circa mezz’ora viene comunicato che il ragazzo era deceduto. Dopodiché ho detto alla famiglia Ciontoli, perché eravamo insieme, che Marco era morto”.

Le indagini proseguono e ora si attende l’udienza in Cassazione per confermare o ribaltare il secondo grado di giudizio. I genitori di Marco continuano a chiedere “verità e giustizia”.