Omicidio Vannini, nuovo processo d’appello per Antonio Ciontoli

È stata annullata la sentenza dei giudici di secondo grado che avevano deciso per Antonio Ciontoli una condanna 5 anni per omicidio colposo.

Oggi la Suprema Corte di Cassazione si è espressa sulla condanna nei confronti della famiglia Ciontoli con la lettura del dispositivo per l’omicidio di Marco Vannini. Antonio Ciontoli dovrà sostenere un nuovo processo d’appello.

È stata annullata la sentenza dei giudici di secondo grado che avevano deciso per l’uomo una condanna 5 anni per omicidio colposo.

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Ricordiamo che Marco all’epoca aveva solo 20 anni ed è morto nella notte tra il 17 e il 18 maggio del 2015 a causa di un colpo di pistola sparato dal padre della fidanzata Martina, nella villetta in via Alcide De Gasperi a Ladispoli.

Ora Antonio Ciontoli dovrà sostenere un nuovo processo d’appello. La sentenza dei giudici di secondo grado che avevano deciso la sua condanna 5 anni per omicidio colposo, è stata annullata. La decisione è arrivata oggi, poco fa, precisamente 5 anni dopo la tragica vicenda che ha scosso il litorale nord della provincia di Roma e tutto il nostro Paese.

La lettura del verdetto è stata accolta da un lungo applauso. La mamma di Marco Vannini, Marina Conte, ha avuto un malore per l’emozione ed è stata soccorsa dai familiari insieme alle forze dell’ordine. Queste le sue parole:

La giustizia ha capito che non si può morire a vent’anni. Non ci speravo. Marco ha riconquistato rispetto. Abbiamo perso tante battaglie ma quella più importante l’abbiamo vinta“.

Tante persone hanno atteso fuori i genitori di Marco, Marina e Valerio, con manifesti e striscioni che chiedevano giustizia per il ragazzo.

Quella notte in cui è avvenuta questa drammatica vicenda, Marco Vannini si trovava a casa della sua fidanzata Martina nella villetta in via Alcide De Gasperi a Ladispoli. Insieme a loro c’era anche il fratello della ragazza, Federico, insieme alla sua fidanzata Viola. In casa c’erano anche il padre e la madre, Antonio ciontoli e Maria Pezzillo. Tutti cenarono insieme e Marco verso le ore 23 si era recato in bagno per farsi una doccia.

Antonio Ciontoli era entrato in bagno per recuperare le sue due pistole che aveva sistemato all’interno di una scarpiera, a quel punto Marco (secondo la versione dell’uomo) chiese di fargliele vedere e lui per gioco, credendo che l’arma fosse scarica, gliele aveva mostrate.

A quel punto era partito un colpo che aveva ferito il ragazzo ad un braccio sotto la spalla destra trapassando il polmone e il cuore.

Marco non è stato soccorso subito infatti era arrivato al Pit di Ladispoli ore dopo in codice verde perché agli infermieri i presenti avevano riferito che il ragazzo si fosse ferito con un pettine a punta e sarebbe scivolato nella vasca. In realtà Marco aveva una ferita d’arma da fuoco e alle 3:10 del 18 maggio del 2015 è morto a bordo di un’ eliambulanza che lo stava trasportando d’urgenza all’ospedale Gemelli di Roma.