Omicidio Vannini, pg Cassazione chiede processo bis

"Marco Vannini non è morto per un colpo di arma da fuoco, ma è morto per un ritardo di 110 minuti nei soccorsi da parte della famiglia Ciontoli", ha detto il Pg della Cassazione

Sull’omicidio di Marco Vannini, il Pg della Cassazione Elisabetta Ceniccola, chiede il processo bis.

Marco Vannini non è morto per un colpo di arma da fuoco, ma è morto per un ritardo di 110 minuti nei soccorsi da parte della famiglia Ciontoli“, ha detto il Pg della Cassazione nella sua requisitoria davanti alla prima sezione penale.

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Il ritardo nel chiamare i soccorsi “costituisce l’assunzione di una posizione di garanzia verso Vannini, presa da parte di Antonio Ciontoli e dai suoi familiari“, ha sottolineato.

Marco Vannini non è morto per un incidente ma fu un omicidio volontario. Ad Antonio Ciontoli, padre della fidanzata del ragazzo, il colpo di pistola non sfuggì per errore ma sparò per uccidere e sua moglie Maria Pezzillo, insieme ai suoi figli Martina e Federico, anziché prestare soccorso alla vittima cercarono solo di nascondere l’accaduto e persero tempo. Ricordiamo che la tragedia si era consumata a Ladispoli nel 2015, nella casa degli imputati.

Il Procuratore Generale della Cassazione questa mattina ha chiesto ai giudici della Corte di Cassazione di annullare la sentenza di secondo grado con cui Antonio Ciontoli si è visto ridurre la pena da 14 anni a 5 di reclusione, mentre per gli altri imputati sono state confermate le condanne a 3 anni di reclusione.

Per Elisabetta Ceniccola, questa sentenza è un errore e deve essere svolto un nuovo processo davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Roma accogliendo sia i ricorsi della Procura Generale che delle parti civili.

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Antonio Ciontoli a sua volta punta addirittura ad un ulteriore sconto di pena chiedendo la cancellazione della aggravante della “colpa cosciente” mentre i legali della moglie e dei figli chiedono l’assoluzione o in alternativa uno sconto. Ora a decidere sarà la Corte Suprema.

Vannini non è morto per il colpo d’arma da fuoco, ma per il ritardo di 110 minuti nei soccorsi”, ha spiegato il Pg, “la situazione era sotto gli occhi di tutti gli imputati, in maniera ingravescente di minuto in minuto“.