Ora solare, le lancette indietro di un’ora possono indurre alla depressione: ecco perché
Cos'è il winter blues e quale impatto ha sul quotidiano
L’ora solare torna domenica prossima. Le lancette dell’orologio andranno spostate indietro di un’ora, l’alba spunterà verso le 6.30 (anziché dopo le 7, come in questi giorni) e guadagneremo 60 minuti di sonno. Ma farà buio prima e diminuiranno le ore di luce a disposizione. Inoltre, tante persone cominceranno a soffrire del c.d. winter blues, ovvero la malinconia invernale.
Gli scompensi dell’ora solare
Intervistato dal portale Fanpage.it il professor Giancarlo Cerveri, psicoterapeuta e psichiatra e direttore dell’Unità Operativa Complessa di Psichiatria dell’ASST di Lodi, ha raccontato che il winter blues è una condizione clinica presente in una consistente quota di persone. I sintomi sono la diminuzione di energia, un forte appetito, la sonnolenza e il rallentamento psicomotorio. Nei casi più gravi (e meno frequenti) tali sintomi possono pure avere un grosso impatto nel quotidiano.
Disturbo Affettivo Stagionale
Sebbene il culmine del disturbo arrivi nei primi mesi dell’anno, sostanzialmente comincia intorno all’inizio dell’ora solare, quando il tempo di esposizione alla luce comincia a ridursi. Scientificamente il winter blues si definisce come Disturbo Affettivo Stagionale, in inglese Seasonal Affective Disorder (SAD).
Per essere diagnosticato devono sussistere alcune condizioni quali un numero maggiore di eventi depressivi in un certo intervallo temporale, tristezza, l’aumento dell’appetito e del bisogno di sonno, lo scarso desiderio di svolgere delle attività che solitamente provocavano piacere, compreso il sesso.
Colpite soprattutto le giovani donne
La depressione colpisce il genere femminile in una proporzione di circa 2:1 rispetto a quello maschile. Per il SAD il rapporto aumenta addirittura a 3:1 e si tratta perlopiù di donne giovani, Under 40.
L’ora solare porta malinconia invernale
Quando si parla di questo genere di disturbo l’impatto subsindromico è elevatissimo. Si tratta di circa il 20-25 per cento della popolazione. Proprio perché la causa del disturbo è la minore esposizione alla luce solare, ad alte latitudini è più frequente. Ma non si presenta esclusivamente nei Paesi del nord.