Ore contate per Julen, completato tunnel verticale: minatori in azione
Speranza e angoscia per Julen, il bimbo di 2 anni caduto in un pozzo a Malaga, in Spagna.
Ancora minuti di speranza e di angoscia per il piccolo Julen, il bimbo di due anni che lo scorso 13 gennaio è caduto in un pozzo nella cittadina di Malaga, in Spagna.
Ora, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, otto minatori hanno iniziato il loro lavoro per entrare nel tunnel, la parte più pericolosa dell’operazione. È cominciata, infatti, una nuova fase del salvataggio del bambino intrappolato sotto terra dal 13 gennaio. I minatori sono scesi all’interno di una capsula metallica attraverso la perforazione e stanno scavando a mano circa quattro metri in orizzontale, dove si crede che sia il bimbo. Lo faranno in turni che dureranno tra una e due ore.
I minatori lavoreranno in condizioni estreme per mancanza di spazio, luce e ossigeno a una profondità di decine di metri per poi procedere a scavare manualmente il passaggio, di circa 4 metri di lunghezza. Il gruppo di soccorso sarà organizzato in squadre di due persone, visto che la capsula metallica che li porterà all’altezza stabilita non ne può contenere di più. Saranno riportati in superficie ogni 40 minuti per procedere al cambio con i colleghi. I tecnici hanno comunicato che dovrebbero volerci al massimo 24 ore.
Questa tragedia sta tenendo con il fiato sospeso tutta la Spagna e non solo. A noi italiani, infatti, ricorda un episodio simile che avvenne nel 1981 nei pressi di Roma, a Vermicino, e che vide come protagonista un bambino di 6 anni, Alfredino Rampi, che purtroppo non riuscì a sopravvivere.