Orta Nova, i motivi della strage. Autopsia sui corpi

Gli agenti stanno cercando di ricostruire gli ultimi momenti di vita di tutte le vittime, sono stati sequestrati tutti i telefonini recuperati nell'abitazione.

Strage di Ortanova, i militari dell’arma stanno provando a ricostruire gli ultimi istanti di vita delle vittime e capire i reali motivi di questo gesto disumano.

I corpi di Ciro Curcelli e di sua moglie Teresa sono stati trasportati presso l’obitorio dell’ospedale Riuniti di Foggia mentre quelli delle due figlie, Valentina e Miriana di 18 e 12 anni, sono stati trasportati presso l’ospedale di San Giovanni Rotondo.

Ora si attende l’ autopsia sui corpi. L’abitazione dove la famiglia viveva è stata sottoposta a sequestro dai carabinieri, i compagni di scuola delle due ragazzine uccise hanno lasciato alcuni fiori davanti al cancello e tutta l’intera cittadina è ancora incredula e scioccata per la mattanza avvenuta in via Guerrieri.

Gli agenti stanno cercando di ricostruire gli ultimi momenti di vita di tutte le vittime, sono stati sequestrati tutti i telefonini recuperati nell’abitazione con la speranza di trovare elementi utili da messaggi e chat.

Per il momento sono due le piste al vaglio degli inquirenti, una è la quella dei debiti di gioco che è stata quasi del tutto scartata perché non ci sarebbero riscontri e non risulterebbero particolari difficoltà economiche in famiglia.

L’altra invece riguarda alcuni problemi nella relazione di coppia, però nonostante questo i carabinieri non escludono ancora nulla.

Ciro Curcelli non ha lasciato nessun biglietto o indicazione per spiegare il folle gesto. Il 53enne nella notte di venerdì e sabato ha preso la sua pistola di servizio ed ha ucciso prima sua moglie Teresa con un colpo alla testa, poi le sue due figlie. Prima di uccidersi ha telefonato ai Carabinieri avvisando che avrebbe si sarebbe tolto la vita.

L’unico superstite di questa famiglia è Antonio di 26 anni che il figlio più grande della coppia, il giovane lavora a Ravenna e i carabinieri lo hanno accolto in caserma per ascoltarlo ma dagli interrogatori non sarebbe emerso nulla di rilevante, nemmeno il ragazzo si sarebbe mai aspettato una cosa del genere.

Emerge poco sulla personalità del 53enne, una persona schiva e taciturna. I vicini e i colleghi hanno dichiarato agli agenti: “Ha terminato il suo turno alle 13, poi come sempre si è messo in auto ed è tornato ad Orta Nova”.