Padre veglia la tomba del figlio morto per tumore a 51 anni un anno fa

Un legame che va oltre la morte

Questa è la storia di Cesare Mascotto, un uomo di 82 anni che da un anno ogni giorno esce di casa per andare al cimitero, dove il padre veglia la tomba del figlio morto per tumore a 51 anni ad aprile dell’anno scorso. Un legame profondo quello tra padre e figlio, che ha superato anche la morte di quest’ultimo avvenuta per malattia.

cimiteri capitolini
Fonte foto da Pixabay

La storia di Cesare Mascotto ha commosso tutti. Da 13 mesi passa le sue giornate seduto su una sedia pieghevole al cimitero di Sarego, vicino alla tomba del figlio Florindo, morto il 9 aprile 2021 per un tumore al cervello. Suo figlio aveva 51 anni quando se n’è andato.

Il papà, però, non si è mai rassegnato alla sua morte e ogni giorno va in auto al cimitero per stare con il figlio, sedendosi sulla sedia che l’uomo usava quando era bambino. Quando è lì gli parla, gli racconta quanto si sente solo e triste senza di lui.

Sto qui sei ore al tre al mattino e altrettante al pomeriggio. Nessun padre dovrebbe sopravvivere alla propria prole è un dolore così innaturale e crudele.

Per questo ogni giorno va tra quelle lapidi per stare ancora un po’ accanto al figlio, trovando la sua presenza, nonostante l’assenza fisica, e quella pace di cui ha bisogno per poter andare avanti con la sua vita. Anche se non è facile.

Sono sempre venuto tranne che per due giorni, perché sono stato al lago d’Iseo. Gli avevo comprato una casa là perché facesse un po’ di ferie. Era un grande lavoratore.

Cimitero, statua di angelo
Fonte foto da Pixabay

Padre veglia la tomba del figlio morto: solo così trova la pace

Il papà ricorda il figlio che lavorava sempre, era titolare di un’azienda che vendeva materiale edilizio che si trova non lontano dal cimitero, nel comune di Montebello Vicentino.

Padre veglia la tomba del figlio morto per tumore

Era molto stimato, tutti gli volevano bene perché era sempre sorridente. Il giorno del suo funerale c’era talmente tanta gente che le forze dell’ordine sono intervenute per chiedere di sparpagliarsi.