Palermo, ragazza di 14 anni positiva va in giro perché nessuno l’ha avvisata

A Palermo ragazza di 14 anni positiva va in giro tranquillamente perché non lo sapeva

Una ragazza di 14 anni positiva se ne va tranquillamente in giro non sapendo che è positiva. Le autorità sanitarie non l’hanno infatti avvisata che il suo tampone era risultato positivo. E per tutto quel tempo se n’è andata in giro, anche per centri commerciali, senza che nessuno le dicesse niente.

Mascherina usa e getta
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Dalla Sicilia ci arriva una storia davvero incredibile. I genitori di una ragazzina adolescente hanno denunciato un fatto che è accaduto alla loro figlia di 14 anni, che era positiva ma non sapeva di esserlo.

Secondo quanto riportato dal padre della 14enne a Repubblica, la ragazza per 22 giorni è andata in giro pur essendo positiva, perché il dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria provinciale del capoluogo siciliano si era dimenticato di comunicare l’esito del tampone, attivando il protocollo.

ragazza di 14 anni positiva
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L’uomo racconta che i sanitari gli avevano detto che il mancato invio del referto poteva significare che la figlia non era positiva. E così, dopo che tutta la famiglia si era sottoposta a controlli Covid perché uno dei figli aveva i sintomi.

Avevano fatto quattro test rapidi in Fiera ed erano risultati negativi. Poi l’altro figlio aveva fatto il test molecolare, risultando positivo.

Così come lui dopo 4 giorni. Mancava solo il tampone della figlia, il cui risultato non è mai arrivato. E la ragazzina ha continuato a uscire di casa, nonostante gli altri componenti della famiglia fossero positivi.

Coronavirus in città
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La ragazza di 14 anni positiva è andata ovunque

Il risultato è arrivato solo 24 giorni dopo perché il padre è andato negli uffici dell’Asp chiedendo conferma.

Si sono accorti dell’errore e hanno attivato l’isolamento di mia figlia per tre giorni ma il tampone già eseguito dopo le tre settimane canoniche, è risultato per fortuna negativo.

Fonte YouTube TrmWeb Sicilia

Un caso destinato a far discutere. Sia per i ritardi della sanità sia per il buon senso di chi si sottopone a tampone, non riceve esito, ha famigliari conviventi positivi e comunque esce di casa.