Parla l’agente che per primo è entrato in casa: “Ecco in che condizioni abbiamo trovato la piccola Diana Pifferi e cosa ha fatto la madre Alessia”

La testimonianza di uno degli agenti che per primo è entrato in casa ed ha visto la piccola Diana Pifferi ormai priva di vita

Ieri, 5 giugno, si è svolta un’altra udienza sul caso della piccola Diana Pifferi, la bimba di 18 mesi morta di stenti dopo l’abbandono della madre Alessia Pifferi.

Ore 14 Diana Pifferi

In aula, sono stati ascoltati gli agenti della squadra mobile e della scientifica che per primi sono entrati nell’appartamento della donna. Hanno raccontato in che condizioni è stata trovata la piccola Diana Pifferi e lo stato agitato della madre Alessia Pifferi, che ha subito confessato di averla lasciata sola per sei giorni e di non aver avuto il coraggio di toccarla.

L’agente della squadra mobile, il primo ad essere entrato in quella casa di Milano lo scorso 20 luglio, ha riferito davanti al giudice:

Abbiamo trovato Diana in una sorta di culla da campeggio. Appena arrivati ci siamo accorti subito che la bimba era morta perché aveva le mani e la bocca nere. La madre era seduta sul divano in uno stato di agitazione. Ha detto di averla lasciata sola per una settimana e che, appena rientrata, l’aveva trovata così.

Diana Pifferi

Tuttavia, gli esami scientifici hanno provato che, invece, Alessia Pifferi aveva preso Diana in braccio per ripulirla e lavarla.

Le parole della zia della piccola Diana Pifferi, sorella di Alessia

Al termine dell’udienza, la sorella dell’imputata si è detta rattristata dal fatto di non aver visto nemmeno una lacrima sul viso di Alessia. Nessun segno di pentimento.

Non riesco a vedere né una lacrima né niente, è una cosa che mi fa malissimo. Io spero che si condanni da sola capendo quello che ha fatto. Mi auguro che venga ritenuta capace di intendere e di volere, perché per me è capace. È lei che ci ha voluto tenere lontani, perché noi c’eravamo.

Le accuse dell’avvocato di Alessia Pifferi

salma Diana Pifferi

La parole della sorella, probabilmente, si riferiscono all’ultima accusa della difesa. Il legale della Pifferi ha presentato una valutazione dei medici del San Vittore, che hanno parlato di grave ritardo mentale e definito il quoziente intellettivo di Alessia pari a quello di una bambina di 8 anni. E ha puntato il dito contro la famiglia della sua assistita e contro i servizi sociali, per aver lasciato una bambina in mano ad un’altra bambina.