Patrick affetto da un tumore, l’ultima speranza

Patrick affetto da un tumore maligno, l'ultima speranza sono gli Usa.

Ho il cancro ma in Italia morirò. L’ultima speranza sono gli Usa: voglio vivere e diventare padre, aiutatemi“. Patrick è un ragazzo di 40 anni ed è affetto da tumore maligno, un adenocarcinoma mucinoso al colon, con KRAS mutato e con metastasi al fegato. Con la sua compagna Luciana, sta lottando contro questa terribile battaglia che ha scoperto solo a gennaio dell’anno scorso: “Avevamo un sogno, un progetto, volevamo una famiglia e ora sembra tutto lontanissimo e difficile. Ma non ci arrendiamo. Se l’Italia non dona speranze o possibilità per una mia salvezza, proveremo le cure negli Stati Uniti. Per farlo, però, occorrono delle somme di cui non disponiamo e per le quali chiediamo un aiuto”.

 

Patrick inizialmente ha subito un importante intervento chirurgico dove gli è stata effettuata una resezione di metà colon, dei segmenti VI e VII del fegato e della cistifellea. Dopo l’operazione sono arrivate le complicazioni ed è stato in coma per 5 giorni, grazie alla sua forza di volontà e voglia di vivere, Patrick è riuscito ad andare avanti.

Ma le complicazioni operatorie sono continuate e tramite un forellino nel cuore sono partite delle piccole bolle d’aria nel cervello, ha avuto problemi funzionali riguardo le attività motorie e linguistiche, di conseguenza ha avuto delle crisi epilettiche. Per questo motivo sta prendendo dei farmaci per evitarle.

Dopo essere stato ricoverato per più di 40 giorni in ospedale, ha recuperato le forze e si è sottoposto a 5 mesi di chemioterapia con Folfox ma questi cicli non hanno dato l’esito sperato: “A maggio del 2018 ho iniziato la prima chemio, le cose sembravano andare bene: il fegato si rimarginava in fretta, l’intervento all’intestino era andato bene. Dopo l’operazione stavo abbastanza bene. Ero il “paziente zero”: avevo il cancro, ma dopo l’operazione era come se non l’avessi, nonostante la malattia ci fosse. Dovevo fare la chemio”.

Purtroppo il corpo non è sempre in condizione di sostenere questo tipo di terapia giacché sono molto pesanti e alla fine del suo primo ciclo di chemio, i medici hanno scoperto che una massa era nuovamente cresciuta. Così ha effettuato un’altra terapia, ha provato con la terapia Folfiri per altri 4 mesi ma non è riuscito a ridurre il tumore, inoltre stava troppo male, così ha chiesto ai medici di interrompere la terapia e fare una TAC: “Da lì sono comparsi dubbi sull’intestino e linfonodi ai polmoni. Questo tipo di tumore si sta dimostrando chemioresistente, per i farmaci che assumo dopo le complicazioni post operatorie, non posso accedere a farmici biologici e gamme di terapia che invece per altri possono essere utilizzati”.

Per il momento Patrick si sta sottoponendo ad un ulteriore chemio che gli serve solo per tamponare la sua grave situazione, in effetti la possibilità che questa terapia funzioni va dal 3 al 5%, per questo motivo Patrick insieme a Luciana ha deciso di cercare un’altra soluzione:

“Aspettiamo dei nuovi protocolli. Ma ci hanno detto che questa terapia non può funzionare. Rimane una flebile e remota speranza: un possibile protocollo chemioterapico in partenza all’INT di Milano, ma è necessario l’esito positivo all’analisi metilazione MGMT, siamo in attesa proprio in questi giorni”.

Però in Italia non ci sono altri protocolli standard che possono salvargli la vita e non ci sono nemmeno controlli sperimentali, infatti il suo tumore è così grave che non ci sono delle radioterapie o immunoterapia specifica. Insieme a Luciana, Patrick ha inviato la documentazione medica ad alcuni istituti americani e lì ha a disposizione tre diversi protocolli ma sono tutti sperimentali, però il 40enne non vuole rinunciare a queste possibilità di cura differenti.

L’unica l’unico modo per salvarsi è quello di effettuare uno di questi protocolli presso il Penn medicine’s Abramson cancer Center clinical di Philadelphia, Pennsylvania.

Come si può immaginare, queste cure costano molto. Nè Patrick e nè Luciana possono affrontarle da soli. Per questo motivo Luciana aperto una raccolta fondi su gofundme dove chiunque può fare una piccola donazione per aiutare questo ragazzo che ha ancora tanti sogni da realizzare, con la speranza un giorno di poter finalmente dire di essere guarito.