“Perché Emanuele De Maria era aveva permessi premi fuori dal carcere” ora le indagini prendono una piega diversa
Autopsie di Emanuele De Maria e Arachchilage Dona Chamila Wijesuriya fissate per il 16 maggio a Milano, mentre la Procura indaga sulle circostanze del suicidio del detenuto e sui suoi comportamenti precedenti.
Il 16 maggio a Milano si svolgeranno le autopsie di Emanuele De Maria e Arachchilage Dona Chamila Wijesuriy. De Maria, un detenuto che aveva ottenuto il permesso di lavorare all’esterno in un albergo, si è tolto la vita l’11 maggio lanciandosi dalle terrazze del Duomo. Era ricercato per il tentato omicidio di un collega di lavoro egiziano e per il sospetto omicidio di Chamila, una collega che stava per interrompere la loro relazione. Il corpo della donna è stato ritrovato al parco Nord, confermando i sospetti su De Maria. Le autopsie saranno effettuate presso l’Istituto di medicina legale di Milano.

Verifiche sul percorso di De Maria
La Procura di Milano ha avviato delle verifiche approfondite sul percorso di Emanuele De Maria, acquisendo tutte le relazioni contenute nel fascicolo del trattamento del carcere di Bollate. Gli inquirenti stanno ascoltando testimoni, tra cui i colleghi di lavoro di De Maria, per accertare se ci siano state sottovalutazioni o omissioni nei segnali di pericolosità del detenuto. De Maria, 35 anni, era stato ammesso al lavoro esterno, ma in un breve lasso di tempo ha compiuto un omicidio e un tentato omicidio prima di togliersi la vita.
Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Francesco De Tommasi, stanno analizzando la condotta di De Maria durante il suo periodo di lavoro nell’albergo. Si cerca di capire se ci siano stati segnali che potessero far presagire la sua pericolosità, contrariamente a quanto indicato nelle relazioni del carcere, che lo descrivevano come un detenuto modello. Gli inquirenti intendono verificare ogni aspetto del suo comportamento e della sua interazione con i colleghi, con particolare attenzione alle eventuali liti o discussioni avvenute prima degli eventi tragici.
Tra le persone da interrogare ci sono i colleghi di lavoro e il datore di lavoro. Gli inquirenti vogliono chiarire se ci siano state delle segnalazioni riguardanti l’atteggiamento di De Maria durante il suo orario di lavoro e se il datore di lavoro fosse a conoscenza di eventuali comportamenti problematici. Sono in corso verifiche anche su possibili assenze di De Maria durante il lavoro e su eventuali conflitti con il barista ferito. La Procura sta indagando per identificare eventuali falle nel sistema di monitoraggio del detenuto.
Il pm del caso Alessia Pifferi
Il pubblico ministero Francesco De Tommasi è noto per aver chiesto il processo a carico di professionisti coinvolti nel caso ‘Pifferi bis’, relativo a una madre accusata di maltrattamento e manipolazione della figlia. Recentemente, ha acquisito una relazione dal carcere di Bollate riguardante De Maria, datata 12 maggio. Questa relazione descrive De Maria come un detenuto modello, ma gli inquirenti desiderano verificare se vi fossero segnali di allerta che non sono stati adeguatamente considerati prima degli eventi violenti.
Documenti sono stati acquisiti anche dall’albergo dove De Maria lavorava. Al momento, non risulta che il suo telefono sia stato trovato, né si sa se il coltello utilizzato per uccidere Chamila Wijesuriya e ferire Hani Nasr fosse stato prelevato dall’albergo stesso. Le indagini si concentrano anche sulle 48 ore di De Maria prima degli eventi, cercando di chiarire se abbia agito da solo o se ci siano state altre persone coinvolte. Fino ad ora, sembra che De Maria sia rimasto solo a vagare per Milano, senza alcun supporto esterno.