“Perché era solo” Stefano Argentino trovato morto in carcere: nuovi dettagli sull’assassino di Sara Campanella

Stefano Argentino, l'assassino di Sara Campanella, si è suicidato in carcere dopo un abbassamento della sorveglianza, mentre si indaga sulle cause di questa decisione da parte delle autorità.

Il tragico suicidio di Stefano Argentino, reo confesso dell’omicidio della studentessa 22enne Sara Campanella, avvenuto il 6 agosto nel carcere di Messina, ha sollevato interrogativi sulla gestione della sua detenzione. Con il suo gesto estremo, Argentino ha interrotto il processo che doveva chiarire le circostanze del delitto, lasciando un vuoto che richiede ora una profonda analisi da parte delle autorità competenti.

Le indagini sono in corso per capire le ragioni che hanno portato a un abbassamento del livello di sorveglianza su Argentino, il quale era stato precedentemente considerato a rischio di suicidio. Nonostante le segnalazioni di fragilità psicologica e il suo stato di salute mentale, negli ultimi giorni era stata presa la controversa decisione di allentare le misure di sicurezza. La procura ha già disposto il sequestro del corpo per effettuare un’autopsia e chiarire ulteriormente le circostanze della sua morte.

In particolare, si dovranno esaminare le cartelle cliniche e le valutazioni fornite dagli esperti che avevano raccomandato la diminuzione della sorveglianza. Secondo fonti, gli psicologi e i terapeuti avrebbero notato miglioramenti nel comportamento di Argentino, tanto da considerarlo in grado di affrontare una sorveglianza meno rigorosa. Tuttavia, questa valutazione si è rivelata fatale, poiché Argentino ha trovato il modo di togliersi la vita nel bagno della sua cella durante l’ora d’aria.

L’avvocato di Argentino ha descritto il suicidio come un evento prevedibile, chiedendosi su quali basi fosse stata presa la decisione di ridurre la sorveglianza. Ha espresso la propria preoccupazione per il fatto che non sono state fornite comunicazioni riguardo a questo cambiamento di protocollo. Durante l’ultimo incontro con il suo assistito, Argentino aveva manifestato il suo disagio, rivelando di sentirsi sopraffatto dalla situazione. La famiglia dell’imputato è distrutta e sta affrontando un momento di grande sofferenza, con la madre che ha necessitato di sedativi a seguito della tragedia.

Nel frattempo, l’avvocato della famiglia di Sara Campanella ha sottolineato l’importanza di continuare a cercare giustizia nonostante la morte di Argentino. La famiglia è determinata a non lasciare che la storia di Sara venga dimenticata e a continuare la battaglia legale per ottenere chiarezza e giustizia riguardo al femminicidio. La morte di Argentino, sebbene abbia interrotto il processo giudiziario, non fermerà gli sforzi della famiglia Campanella per mantenere viva la memoria della loro figlia e per garantire che simili tragedie non si ripetano in futuro.