“Perché gli assassini sono due” Garlasco, l’ex pm svela la prova scientifica e perché si segue la pista delle due persone coinvolte

Indagini su Chiara Poggi rivelano indizi contro l'indagato, tra cui telefonate sospette e un'impronta digitale, mentre si esplora la pista di due possibili complici nell'omicidio.

Nel contesto di un caso complesso che ha catturato l’attenzione dell’opinione pubblica, emergono nuove evidenze che potrebbero rivelarsi decisive. La situazione si sviluppa attorno all’indagato, il cui comportamento e le cui azioni sono ora sotto esame approfondito. Le indagini, che si protraggono da tempo, si arricchiscono di dettagli significativi che potrebbero influenzare l’esito della vicenda giudiziaria.

La prova regina

Qualora venisse confermata, questa evidenza potrebbe costituire la cosiddetta “prova regina” contro l’indagato. Insieme a una serie di indizi, come ad esempio le telefonate anomale registrate al telefono fisso di casa Poggi, si delinea un quadro che solleva interrogativi. Si ipotizza che l’indagato fosse a conoscenza della presenza dell’amico Marco in montagna, il che rende ancora più sospetti i suoi comportamenti. Inoltre, emerge la questione dello scontrino di parcheggio, conservato per un anno, che potrebbe essere riconducibile alla madre dell’indagato. Questo alibi, al momento, non convince né gli investigatori né gli inquirenti. Un altro elemento cruciale da identificare è l’impronta digitale numero 10, rinvenuta sulla parte interna della porta di casa Poggi. Questa impronta non appartiene a Sempio, aprendo ulteriori scenari di indagine e possibilità di identificazione.

La necessità di chiarire l’origine di tali evidenze è fondamentale, poiché ogni dettaglio può rivelarsi determinante per la ricostruzione dei fatti e per l’eventuale individuazione dei responsabili. La complessità del caso richiede un’analisi meticolosa e un approccio investigativo rigoroso, in grado di esaminare ogni elemento emerso nel corso delle indagini.

La pista delle due persone che hanno ucciso Chiara

La pista che suggerisce un coinvolgimento di due persone nell’omicidio e nel successivo trasporto del corpo di Chiara Poggi nella villetta di Garlasco è radicata in indagini condotte nel lontano 2008. In quell’anno, i consulenti della difesa di Alberto Stasi, assistito dal professor Angelo Giarda, giunsero alla conclusione che il corpo di Chiara fosse stato spostato da almeno due individui. Questa ipotesi si basa su un’analisi dettagliata delle tracce di sangue rinvenute sul pavimento, sugli stipiti e sulle pareti, evidenziando che l’altezza a cui si trovava il corpo non superava i 70 centimetri. Gli esperti conclusero che non vi era stato un trascinamento, ma piuttosto un sollevamento del corpo, avvenuto afferrandolo per i piedi e le ascelle.

La nuova inchiesta della Procura di Pavia, che coinvolge Andrea Sempio in concorso con altre persone, riaccende l’interesse su questa pista. Le indagini continuano a scavare nel passato, cercando di ricostruire il quadro completo degli eventi e di individuare eventuali complici. L’analisi delle testimonianze e delle evidenze forensi è essenziale per chiarire i dettagli di un delitto che ha scosso l’intera comunità e per assicurare che giustizia venga fatta. Le implicazioni di queste scoperte potrebbero ridefinire il corso del processo e portare a sviluppi significativi nella risoluzione del caso.