“Quello che state cercando è qui..” Perquisizioni a tappeto a Garlasco, rompono il silenzio i genitori di Chiara Poggi
Le indagini sull'omicidio di Chiara Poggi si riaprono dopo diciotto anni, con un dragaggio nel canale di Tromello in seguito a una nuova testimonianza che ha suscitato interesse.
Le indagini riguardanti il delitto di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007, hanno recentemente preso una nuova piega. Questo caso, che ha catturato l’attenzione dell’opinione pubblica, si concentra ora su una roggia situata in via Fante d’Italia a Tromello, un comune vicino a Garlasco. Dopo diciotto anni e una condanna definitiva, le autorità sono tornate sul luogo del delitto grazie a una testimonianza che ha riacceso l’interesse su piste precedentemente non esplorate. I vigili del fuoco sono stati incaricati di dragare il canale nei prossimi giorni, con l’obiettivo di rintracciare un oggetto che potrebbe essere rimasto sommerso per quasi due decenni.

La decisione di riaprire le indagini è stata innescata da una segnalazione proveniente dalla trasmissione televisiva “Le Iene”. Un testimone ha raccontato di aver assistito a un evento inquietante, affermando di aver visto una donna gettare un oggetto metallico nel canale di Tromello. La donna in questione è stata identificata come Stefania Cappa, cugina della vittima Chiara Poggi. Sebbene al momento non sia sotto indagine, la sua testimonianza ha attirato l’attenzione della procura di Pavia, che sta conducendo accertamenti approfonditi riguardo al presunto gesto.
Perquisizioni a Garlasco e dichiarazioni della madre di Chiara Poggi
Tra le varie ipotesi emerse, è stata ventilata l’idea che l’oggetto possa essere un attizzatoio da camino. Tuttavia, la madre di Chiara ha voluto chiarire la situazione, affermando: “Tutti gli attrezzi del camino ci sono ancora, l’attizzatoio che avevamo allora c’è ancora adesso”. Queste parole sono giunte in seguito alle recenti perquisizioni effettuate dai carabinieri presso le abitazioni di persone legate al caso, tra cui Andrea Sempio, un ex indagato, e i suoi amici Roberto Freddi e Mattia Capra. La famiglia Poggi, nota per mantenere un profilo riservato, ha deciso di rompere il silenzio per esprimere il proprio punto di vista su una delle voci più insistenti riguardo all’oggetto in questione.
La famiglia Poggi ha sempre distinto nettamente tra i nomi emersi nel corso delle indagini. Infatti, hanno difeso l’estraneità di Andrea Sempio, amico del fratello Marco, il quale è stato coinvolto nell’inchiesta solo per un breve periodo prima della sua archiviazione definitiva nel 2017. Al contrario, hanno sempre ritenuto Alberto Stasi, allora fidanzato di Chiara, come l’unico responsabile dell’omicidio. Stasi, condannato a sedici anni di carcere, attualmente ha 41 anni e lavora come contabile, avendo ottenuto un permesso di lavoro esterno.
Andrea Sempio continua a dichiarare la propria estraneità ai fatti. Il suo legale, Massimo Lovati, ha affermato che il suo assistito è “sereno come sempre” e ha definito l’attuale azione investigativa come “un’indagine tradizionale, a tappeto”. Lovati ha anche sottolineato di non essere a conoscenza dei dettagli specifici dell’oggetto ricercato, lasciando intendere che le nuove indagini potrebbero basarsi su elementi ancora da verificare.
La questione ora è se le operazioni di dragaggio nel canale di Tromello porteranno a risultati tangibili o se anche questo tentativo si aggiungerà alla lunga lista di ipotesi non concluse. Malgrado la condanna definitiva, il caso Poggi continua a rimanere un enigma per la giustizia italiana, segno che la ricerca della verità è tutt’altro che conclusa.